Pietre sommerse

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Pietre sommerse

Pietre sommerse

titolo originale:

Pietre sommerse

titolo internazionale:

Sunken stones

regia di:

sceneggiatura:

fotografia:

scenografia:

costumi:

musica:

Francesco Marzola

vendite estere:

paese:

Italia

anno:

2023

durata:

14'30"

formato:

colore

status:

Pronto (01/06/2023)

premi e festival:

  • Red Line Film Festival 2024: Concorso
  • River Film Festival 2024: Concorso
  • Salento Finibus Terrae 2023: Concorso Corti Italia
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  • Cecinema 2023: Concorso Cortometraggi
  • ISFMF | International Sound & Film Music Festival 2023: Competition Best Original Score Short
  • Movievalley - Festival Nazionale di Cortometraggi 2023: Concorso Fiction Italiana - Migliore Fotografia
  • Factory Film Festival 2023: Concorso Nazionale - Miglior Soggetto
  • Festival Internazionale del Cinema Povero2023: Concorso Cortometraggi Italiani
  • Hexagon Film Festival 2023: Concorso Cortometraggi
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  • The Quarantine Film Festival 2023: Competition
  • Bardolino Film Festival 2023: BFF Short
  • Figari Film Fest - Olbia Film Network 2023: Concorso Nazionale
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Nell’apparente quiete di un lago deserto, i ricordi di due fratelli riaffiorano e con essi un macigno vecchio di vent’anni, troppo profondo per essere ignorato.

NOTE DI REGIA:
L’idea di “Pietre Sommerse” nasce da un’immagine: un bambino cammina sul fondo di un lago con una pietra tra le mani. Si tratta di un gioco, “la camminata” che facevo da piccolo in quegli stessi luoghi che vediamo rappresentati nel corto. Mi è parsa una potente metafora per tutti coloro che cercano disperatamente di tenersi a galla nella vita, nonostante il macigno che sono costretti a portare. Da qui l’idea di due fratelli, Elia e Carlo, le cui vite sono legate a doppio filo da un trauma infantile condiviso, rispettivamente vittima e testimone di un’ingiustizia che non si può cancellare.
Visivamente volevo riempire il film di immagini iconiche e simboli, pochi e ben delineati quadri costruiti con attenzione. Al contrario del mio primo lavoro volevo abbracciare l’ambientazione, far perdere i personaggi nel paesaggio, in questo caso un uggioso lago di Ledro, dove sono cresciuto.
Il lago qui si fa metafora della memoria, diventa spazio mentale. Un universo desertico che sembra popolato dai soli Elia e Carlo. E’ il tempio dei ricordi, anche quelli felici che li uniscono, come restaurare una vecchia barca o far saltare i sassi sull’acqua. Sono memorie che ho attinto dal mio passato, per dare alla storia quel sapore autentico che solo la vita vissuta porta con sé. Il finale del corto sembra dare una risposta a tutto, ma l’interpretazione può essere molteplice. Il film stesso si fa metafora, simbolo di quelle speranze che le persone con simili difficoltà nutrono per sé stessi o per i propri famigliari.