Wansati - As flores do mundo

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Wansati - As flores do mundo

Wansati - As flores do mundo

titolo originale:

Wansati - As flores do mundo

sceneggiatura:

musica:

Irmaos Mariquel & banda, Carmine Calia

produzione:

Malaka Studio, Moovie, Click Studio

paese:

Italia

anno:

2024

durata:

74'

formato:

colore

status:

Pronto (29/02/2024)

premi e festival:

Il documentario racconta uno spaccato di vita di tre amiche: Augusta, Mariana e Crimilda, unite dalla stessa passione: il gioco del rugby.
Le loro storie sono raccontate nei tre giorni precedenti al 7 Aprlie 2022. Festività nazionale in onore di Josina Machel (partigiana morta durante la guerra per l’indipendenza) e delle donne mozambicane.
La storia è narrata al presente, alla realtà quotidiana delle protagoniste.
Ogni giorno seguiamo una delle ragazze nella loro giornata tipo: la famiglia, gli allenamenti, la scuola, le amiche.
La loro vita quotidiana fornisce l’argomento del film. l’autenticità del racconto vissuto da vita alla sceneggiatura.
La loro passione per il rugby le aiuta a rompere le barriere di genere.
Riescono a farsi ammirare dai ragazzi perché praticano uno sport che l’opinione pubblica giudica rude, pericoloso, “adatto solo ai più forti, agli uomini.”
Il traguardo finale, il primo torneo di rugby femminile in Mozambico, il 7 di Aprile 2022.

Note di regia

Nel 2019, ho conosciuto Irene Bellamio ed il suo progetto di Rugby a Maputo, di come questo sport fosse benzina sul fuoco per l’emancipazione di queste ragazze.
Ho trovato originale trattare questo soggetto in una realtà in evoluzione come Maputo. Argomenti che grazie alla loro universalità possono assorbire tutti noi, facendoci empatizzare con realtà geo-politicamente molto lontane.
Nel tempo a mia disposizione, ho deciso di realizzare un film saggio.
Senza un copione o una sceneggiatura da seguire ma filmando la realtà. Cercando di non intaccare la realtà con la nostra presenza.
Ho pensato che questo approccio fosse il migliore, per poter scavare nelle vite delle protagoniste.
In alcuni casi ci siamo trovati nella situazione, nella scena; altre volte l’abbiamo ricostruita o immaginata grazie al lavoro autoriale e di ricerca realizzato nella pre-produzione del documentario.
L’idea nell’approccio è stato quello di utilizzare la camera come un osservatore. Vero, reale, senza punteggiatura.
Per fare questo ho impiegato tutto il mio tempo, dal mio arrivo in Mozambico, all’inizio delle riprese (3 settimane), con le ragazze, la squadra, il quartiere. Cercando di far cadere le barriera tra me e loro e fra loro e la telecamera.
Sentirsi ascoltate, sentirsi comprese, poter esprimere il proprio punto di vista, sono concetti che diamo per scontati, ma questo non vale per tutti. Le interviste hanno un ruolo importante nel racconto documentaristico, perché le ragazze riescono a esprimere il loro punto di vista.
Essere riuscito a dar voce a queste persone è la mia più grande soddisfazione.