Volare (opera prima)

La paura di volare, irrazionale e così umana, attanaglia AnnaBì, un’attrice di talento che potrebbe aspirare al successo internazionale, se si decidesse a salire su quel maledetto aereo. Anche l’occasione della sua vita, un film diretto dal regista coreano del momento, si sgretola miseramente per la paura di volare. E AnnaBi si ritrova a interpretare la quinta stagione di una popolare e un po’ insulsa serie tv.
Ma ecco il colpo di scena: l’amata figlia è stata accettata da una prestigiosa università americana, sulle coste del Pacifico. E ora? Rinuncerà ad accompagnarla? La rivedrà quando farà ritorno? E se non facesse ritorno? Quel che non ha potuto la carriera, può l’angoscia di perdere la figlia. Così AnnaBì si iscrive a un corso della compagnia di bandiera, pensato proprio per chi ha paura di volare. Lo tiene un comandante con quindicimila ore di volo insieme a una psicologa specializzata. E a seguirlo trova una sorta di caravanserraglio umano, molto variegato: dal dentista che vuole ritrovare il suo grande amore in Messico, alla giovane che vorrebbe rivedere i suoi amati cani che sono in Australia, dal critico acido e supponente, all’ agricoltore rozzo e ricco che vuole conoscere il mondo… E poi c’è anche la sorpresa.
Riuscirà con questi improbabili compagni di avventura a superare la sua fobia per il volo?

NOTE DI REGIA:
Non era certo una mia priorità quella di dedicarmi alla regia, ma quando ti capita di vivere qualcosa che ti ha sorpreso e divertito e che ha cambiato il tuo modo di vedere un certo fatto, magari una certa paura, allora può nascere lo strano e forse insano desiderio di raccontarla a modo tuo. Con Doriana Leondeff e Antonio Leotti abbiamo scritto un testo, a nostro parere divertente, che racconta una delle paure più diffuse al mondo: quella di volare. La protagonista si trova a condividere il suo terrore con un gruppo di sconosciuti, diversissimi da lei ma profondamente simili perché accomunati dallo stesso problema. La speranza è che attraverso la storia di questi personaggi e delle loro paure il pubblico possa riconoscersi e sorridere delle proprie fragilità, magari mai confessate.