titolo originale:
Orizzonti perduti
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2024
durata:
11'
formato:
colore
status:
Pronto (01/01/2024)
premi e festival:
“Da bambino mio nonno mi portava a vedere i suoi orizzonti.
Sono tornato da adulto e non li ho trovati più.”
Un bambino, in estate, dalla città di Napoli in cui vive, va a trascorrere le vacanze dal nonno contadino in un piccolo paesello dell’appennino campano ai confini con la Puglia.
Ogni giorno delle vacanze estive che trascorrono insieme fanno lunghe passeggiate sull’altopiano e lui gli racconta storie avvincenti di quel luogo magico e misterioso che fu la terra dei loro antenati, ammirando i bellissimi orizzonti che riempirono di stupore gli occhi del bambino, godendo entrambi della bellezza e della serenità che il luogo offriva.
Crescendo il bambino porta con sé i ricordi dell'altopiano con i suoi bellissimi orizzonti.
Torna in quei luoghi dopo 40 anni e non ritrova più i suoi orizzonti, persi tra grandi mulini eolici.
Trova quei luoghi violentati nella loro bellezza, trova migliaia di persone costrette a subire gli effetti della presenza di grandi torri eoliche posizionate a pochi metri dalle abitazioni e dai luoghi di vita, che compromettono paesaggi, ambienti e comunità rurali. Trova un rumore insopportabile ed ininterrotto, uno sfarfallio costante e opprimente all’interno delle abitazioni, percepisce rischi per gli animali selvatici e vede un paesaggio orribilmente compromesso. Parchi Industriali Artificiali, composti non di flora e di fauna, ma di pale eoliche con torri alte più di 100 metri che hanno profanato indiscriminatamente il più prezioso patrimonio di cui questi luoghi dispongono: paesaggi, foreste, ecosistemi, natura, biodiversità. Montagne e colline sono state sventrate e contaminate non da piantagioni di alberi, ma da torri d’acciaio alte più di 100 metri.
Scriveva Goethe nel suo ‘Viaggio in Italia’: “Gli Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del reato”.