titolo originale:
Sogni di cuoio
regia di:
cast:
Mario Kempes, Oscar Colombo, Guillerme Galliardi, Leonardo Peres, Gaston Romancicas, Daniel Bisogno, Pedro Santarciere, Leandro, Juan Ignacio Rivara, Luca Spatafora, Aldo Graziani, Alessandro Aleotti
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
Mintcho Garrammone
produttore:
produzione:
Lucky Red, La Fabbrichetta, Man’è
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2004
durata:
72'
formato:
35mm - colore
aspect ratio:
1.85:1
sonoro:
Dolby SRD
uscito il:
27/08/2004
premi e festival:
Estate 2001. Una ventina di giovani calciatori argentini e uruguayani arrivano in Italia: i migliori entreranno a far parte di una squadra di serie C2, il Fiorenzuola, senza alcun problema di nazionalità o passaporto perché discendono tutti da italiani.
L’innovativo progetto “ ha valenze quasi letterarie, ricordando un racconto di Osvaldo Soriano” sostiene orgoglioso il presidente del Brera Calcio, Alessandro Aleotti . È stato lui, insieme alla società Global, a ideare ed organizzare quello che in realtà dovrebbe diventare soprattutto un business calcistico.
Ad allenare il gruppo dei sudamericani viene chiamato Mario Kempes, campione argentino, autore dei due goal che nel 1978 portarono la sua squadra alla vittoria del mondiale, divenuto celebre anche per essersi rifiutato di stringere la mano ai colonnelli che assistevano all’incontro.
È una grande occasione per venti ragazzi che hanno lasciato famiglie, affetti, lavoro, solo perché certi di firmare un redditizio contratto e iniziare subito a giocare in Italia.
Il film percorre cronologicamente l’altalenante dipanarsi della vicenda catturando nelle testimonianze dei responsabili del progetto, del procuratore, dei tecnici, della gente, dello stesso Kempes, ma soprattutto nel quotidiano dei ragazzi, aspetti inquietanti annidati nel patinato e complesso mondo pallone.
Tra promesse e speranze, entusiasmi e ambiguità, pericolose omissioni e attese estenuanti, la romantica vicenda di un gruppo di ragazzi, che per realizzare il sogno della loro vita sorvolano l’oceano percorrendo a ritroso il tragitto già percorso dagli avi, annega in un dedalo incomprensibile di prosaicità, nodi burocratici, storie di fideiussioni, inconfessati campanilismi.
Un documento sul calcio, su quegli aspetti che dagli spalti di uno stadio è difficile cogliere persino per lo sportivo più attento, ma anche un film sull’emigrazione di ritorno, sulla circolarità della Storia, su quegli esseri umani che di generazione in generazione, in una sorta di moto perpetuo, continuano ad attraversare la terra in cerca di un destino migliore.