Ultimo biglietto per l'arca di Noè

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Ultimo biglietto per l'arca di Noè

Ultimo biglietto per l'arca di Noè

titolo originale:

Ultimo biglietto per l'arca di Noè

titolo internazionale:

Last ticket for Noah's ark

montaggio:

paese:

Italia

anno:

2024

durata:

65'

formato:

colore

status:

Pronto (08/11/2024)

premi e festival:

Un metaforico nuovo diluvio universale e lo sventolio di una bandiera bianca: le minacce e il rischio estinzione per le specie animali dilagano e un’estesa comunità internazionale di zoo e aquari, l’EAZA, è massicciamente impegnata per la loro conservazione. In prima linea in questo virtuoso sistema il Bioparco di Roma, nel cuore di Villa Borghese.
Nel docufilm i registi per la prima volta filmano nelle zone off-limits del Bioparco di Roma e raccontano spazi proibiti e meccanismi di gestione che il visitatore non può nemmeno immaginare. Si scoprono gli ambienti interni notturni come i nidi degli scimpanzé, i sistemi di separazione per le coppie più feroci, la laboriosa preparazione del cibo, lo svezzamento dei cuccioli e i training per insegnare loro a collaborare ai controlli sanitari senza stress.
Come su una moderna Arca di Noè, gli esperti che dettano le linee guida hanno un super data-base per seguire l’andamento delle specie e valutano di spostare singoli individui in altri zoo per favorire l’accoppiamento tra i più idonei: contrastare le minacce di estinzione vuol anche dire mantenere una specie il più possibile geneticamente sana, pronta a tornare in natura quando ce ne siano le condizioni.
Nel racconto filmico si assiste alle giornate di quattro scimpanzé, scampati a maltrattamenti umani, e ai tre fiocchi rosa che portano alla luce Kala, una rara tigre di Sumatra, Coco, un’otaria ambasciatrice delle drammatiche condizioni degli oceani, e una rarissima zebra di Grevy, nata grazie all’arrivo a Roma di uno stallone da Ostrava. Sono in scena anche i tentativi di accoppiamento dei feroci varani di Komodo i quali faranno vedere quale impegno ci sia per salvare animali così minacciati dalle malefatte umane.
A completare il quadro, Giulia, Francesco, Pietro e Stefano, i keeper, potremmo dire le braccia operative di Noè, coloro che, tra professionalità ed emozioni, si prendono cura di questi animali che, viene spiegato nel docufilm per dissipare vecchie idee, o arrivano da sequestri o sono tutti nati nelle strutture zoologiche dove hanno la funzione di ambasciatori dei loro parenti che sono a rischio in zone assai difficili. E che per loro alzano bandiera bianca.

Note di regia

La spinta ad andare alla ricerca della verità al di là del sentito dire e dei pregiudizi è una sorta di tratto comune dei nostri sei precedenti docu-film.
Ogni docufilm è preceduto da un lungo periodo di gestazione, di ricerca e di preparazione per arrivare alla messa a fuoco di ciò che veramente vogliamo raccontare. L’urgenza per le condizioni drammatiche del nostro Pianeta e la posizione d’impotenza del mondo animale di fronte agli scempi ci ha veramente fatto sentire la responsabilità di fare e dire qualcosa in proposito.
La calamita è affrontare temi forti, urgenti, attuali ma la calamita ancora più forte è quello strato poetico, soggettivo e unico, che a ben guardare può avvolgere qualsiasi realtà e quindi qualsiasi forma di racconto.
Ci siamo sinceramente appassionati a questo micromondo che è il Bioparco di Roma e non ci siamo mai risparmiati sapendo che alla fine ciò che ci avrebbe massimamente appagato sarebbe stato qualcosa di estremamente sottile, impalpabile eppure potente; sarebbe stata l’atmosfera collettiva che si respira tra persone unite da un nobile intento comune come quello di fare qualcosa di serio per il Pianeta e i suoi innocenti animali.
Si è creata una felice osmosi tra noi, gli estranei, e gli autoctoni, e quando io, Viviana, mi sono ritrovata ad avere un pensiero gentile per i terribili varani di Komodo che ancora non riuscivano ad accoppiarsi, ho sentito che anche questo film mi stava già cambiando dentro.
Anche la musica è gran protagonista di questo lavoro; quando insieme al nostro storico montatore Giggi Mearelli abbiamo iniziato a poggiare le prime note sul film ci siamo accorti che stava nascendo qualcosa di speciale. Non per vanità ma perché tra le immagini, le parole, gli sguardi, le note musicali, si respira la volontà comune a tutte le persone che hanno lavorato al film di voler gridare finalmente nella sala cinematografica di un luogo importante come La Festa del Cinema di Roma che il nostro, oggi, adesso, è davvero l’”Ultimo biglietto per l’Arca di Noè”.
E che siamo proprio noi, tutti noi, anche il pubblico seduti in sala, con i piccoli gesti quotidiani, ad avere in mano il destino del pianeta e dei nostri innocenti animali.