titolo originale:
La lezione
titolo internazionale:
The lesson
regia di:
cast:
sceneggiatura:
Stefano Mordini, Luca Infascelli, dall'omonimo romanzo di Marco Franzoso
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
produttore:
produzione:
Picomedia, Vision Distribution, con il sostegno di Friuli Venezia Giulia Film Commission
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2025
durata:
107'
formato:
colore
status:
Pronto (19/09/2025)
premi e festival:
Una giovane e brillante avvocatessa di Trieste, dopo aver difeso con successo dall'accusa di violenza sessuale un carismatico professore universitario, viene ricontattata da lui per intentare una causa contro l'università che, pur avendolo reintegrato, lo relega a un ruolo marginale.
Nello stesso momento, il suo passato torna a cercarla: strani segnali, presenze elusive e un senso di costante minaccia le insinuano il dubbio che il suo ex compagno, violento e ossessionato da lei tanto da essere stato condannato per “stalking”, abbia ripreso a perseguitarla.
Mentre il confine tra realtà e immaginazione si fa sempre più labile, Elisabetta si decide a scoprire la verità, in un crescendo di tensione che la porterà a ritrovarsi sola e a mettere in discussione tutto quello che credeva di sapere.
NOTE DI REGIA:
Vedere o guardare, percepire qualcosa con gli occhi, oppure soffermare lo sguardo su qualcuno o qualcosa. È su questa differenza, apparentemente minima, che abbiamo organizzato la scrittura visiva che porta alla regia della messa in scena.
La città in cui si svolge il racconto è Trieste, che, come scriveva Umberto Saba nel 1912 in una poesia dedicata al capoluogo friulano, appare ancora oggi “popolosa in principio, in là deserta, chiusa da un muricciolo dove seggo rimpetto al mare e al sole calante… Un’aria strana, un’aria tormentosa, l’aria natia”. È proprio quell’aria tormentosa e originaria che ho preso in prestito per mettere in scena, il turbamento di Elisabetta e l’ossessione di Valder.
Per questo racconto ci siamo messi nei panni dei “parresiasti”: coloro che, come scrive Foucault, dicono la verità anche contro se stessi.