Una volta, se dicevi a una ragazza che facevi il cuoco, lei ti guardava come si guarda un bandito. Oggi non è più così - dice Gennaro Esposito, uno degli chef più quotati d’Italia - anzi sei considerato quasi un artista. Ma arrivarci a fare l'artista non è facile, perché il cuoco è spesso un lavoro massacrante: ritmi frenetici, orari folli, convivenza forzata spalla a spalla e totale dedizione. La colorata squadra della cucina di Vico Equense è una vera e propria piccola comunità multietnica. C'è Peppe che va pazzo per la moda e il design; Fumijo che alla Torre del Saracino ha trovato persino l’amore; Masato che ha lasciato la fidanzata in Giappone per viaggiare “leggero”; Salvatore diviso tra religiosità, spiritualità ibride e il suo chiodo fisso: le donne! Tra un piatto e una spadellata, si vivono passioni, amicizie, liti, conflitti; ci si ama e ci si odia, si diventa tanto amici o tanto nemici. Pensieri, speranze, emozioni di un gruppo di giovani cuochi su cui si posa con affettuosa intransigenza lo sguardo del loro chef che mentre li osserva ricorda e si racconta: quando a soli nove anni è diventato bimbo pasticcere per saldare un debito di famiglia, e poi lo sconforto dei suoi momenti più bui, e un percorso passo dopo passo, pietra su pietra, fino alla costruzione de “la sua cucina ideale”simbolo del riscatto di un’intera vita.