titolo originale:
Svalbard - Silent games
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2025
durata:
52'
formato:
colore
status:
Pronto (22/05/2025)
premi e festival:
Per quasi un secolo norvegesi, russi e ucraini si sono sfidati in competizioni sportive amichevoli sulla terra abitata più a nord del mondo, un terreno aspro e bellissimo: le isole Svalbard. Le competizioni, sopravvissute alla Guerra Fredda e al crollo dell’URSS, oggi si sono fermate. Non si gioca più. Il neo conflitto ha avuto la meglio anche sull’innocenza dello sport. Le famiglie russe e quelle ucraine, oppresse dalle crescenti imposizioni di Mosca, decidono di abbandonare l’arcipelago. Il clima è cambiato e la popolazione delle Svalbard, con lui.
Svalbard: Silent Games segue il corso di otto vite che, intrecciate con la violenta bellezza dell’Artico, espongono una crisi di identità e appartenenza, lo smarrimento di un’umanità fondamentale per la convivenza. È il tracciato di un passaggio da un’epoca di speranza condivisa ad un presente fatto di tensioni e fuga; è il racconto di un ricordo, di un legame ormai sfuggente.Mentre le restrizioni imposte dai governi separano le comunità un tempo unite dallo sport, mentre le abitudini più genuine sembrano essere dimenticate e sostituite da un astio impalpabile, un piccolo segno di speranza continua a sopravvive negli scambi culturali tra i bambini, gli adulti di domani.
In un paesaggio di silenzi assordanti, Svalbard: Silent Games racconta un mondo che cambia, dove la possibilità della pace è sospesa ma la speranza di un futuro migliore rimane concreta.
Note di regia
Con Svalbard: Silent Games voglio raccontare come un luogo recondito di straordinaria bellezza possa rispecchiare le grandi trasformazioni del nostro tempo. Le isole Svalbard non rimangono solo un paesaggio mozzafiato ma diventano il riflesso di un mondo in evoluzione in cui le dinamiche internazionali e le scelte politiche forgiano un’impronta profonda nella vita di ognuno di noi. Da sempre, sono affascinato dalle storie che attraversano i confini, che mi parlano di mondi lontani e che, allo stesso modo, toccano corde che risuonano universalmente. Credo fermamente che il genere documentario possa essere uno strumento potente per raccontare non solo ciò che accade, dove e quando, ma anche ciò che rende l’accadimento qualcosa che ci accomuna come esseri umani.
Il percorso di Svalbard: Silent Games è cominciato da un racconto che ha acceso la mia curiosità. Il nonno di Niccolò Voltolini visitò le Svalbard trent’anni fa e raccontava di questi scambi sportivi che un tempo univano culture diverse in un territorio diviso dalle forti tensioni dovute alla Guerra Fredda. Quelle parole hanno scantenato domande, hanno mosso in me la curiosità (o l’esigenza) di una ricerca più ampia sul tema. Il racconto ha fatto nascere nella produzione lo stimolo giusto per indagare come questo angolo di mondo possa essere un delicato riflesso delle tensioni internazionali e dei cambiamenti geopolitici che plasmano la società di oggi.
Presentare il mio primo lungometraggio, Svalbard: Silent Games, al Trento Film Festival rappresenta per me e per la produzione un traguardo speciale e profondamente significativo. Trento, per me, per noi, non è solo città natale, ma il territorio in cui io e Niccolò abbiamo mosso i primi passi, in cui Red Sheep ha visto la luce e che tuttora sostiene la nostra crescita e il valore del linguaggio cinematografico. In questo percorso, la produzione ha avuto il privilegio di essere affiancata da Exformat Movie, casa di produzione trentina che ha immediatamente creduto nel progetto e, in primis, in noi. Come parte di una giovane realtà trentina, io e Niccolò siamo orgogliosi di aver coinvolto numerosi talenti del territorio, contribuendo alla formazione di una nuova generazione di professionisti del settore cinematografico. Dalla regia alla produzione, fino alla troupe che ha lavorato sul campo, il progetto porta la firma di giovani trentini: Francesco Biscaglia, regia, Niccolò Voltolini, direzione della fotografia, Andrea Saltori, fotografo, Federico Botti, fonico, e Alessandro Loro, musicista, che ha realizzato la colonna sonora del film partendo da un campionamento del suono naturale registrato sulle isole.
Svalbard: Silent Games è un documentario che nasce dal mio interesse per la narrazione della società, per la volontà di raccontare la vita vera e come questa, nelle correnti di un arcipelago ai confini del mondo o tra le strade delle nostra città, debba essere salvaguardata per non smettere di credere nel suo unico motore possibile: gli esseri umani.