Il ritorno in Ucraina porta Yulia e Natalia a incontrare molti altri artisti ucraini tra cui anche alcuni attualmente impegnati al fronte come soldati. Durante l’audizione la telecamera filma i vari candidati alternarsi sul palco, tra monologhi e racconti di vita: emergono così le testimonianze di numerosi attori e attrici ucraini che hanno vissuto i primi due anni di conflitto, di chi ha scelto di diventare volontario o di arruolarsi nell’esercito. Il provino è l’occasione per condividere cosa è stato per loro recitare durante la guerra, tra chi è scappato all’estero e chi invece ha deciso di restare. Ne emerge un ritratto collettivo, così come una serie di domande universali che coinvolgono un’intera comunità di artisti: che senso ha fare arte durante una guerra? Come si vive la condizione di profugo per degli artisti? Ma soprattutto che senso ha fare teatro, recitare davanti a un pubblico mentre è in corso una guerra nel tuo Paese? Quando il pubblico è costretto ad allontanarsi dalla sala al risuonare delle sirene, e a rientrare quando l’allarme è cessato?