titolo originale:
Fare... Franco Raggi
regia di:
sceneggiatura:
Francesca Molteni, Franco Raggi
montaggio:
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2025
durata:
30'
formato:
colore
status:
Pronto (06/02/2025)
premi e festival:
Un viaggio alla scoperta dell’opera di Franco Raggi, una figura eclettica, non codificabile in uno stile, che spazia tra architettura, design, curatela ed editoria. Fin dai primi anni della sua lunga carriera, Raggi indaga relazioni impreviste, in modo anticonvenzionale e non accademico.
Laureato nel 1969 alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, inizia la sua carriera nello studio Nizzoli Associati e approda al mondo editoriale all’inizio degli anni Settanta – prima in Casabella e poi in Modo, che dirige nei primi anni ’80, veri e propri laboratori creativi sulle teorie del design e dell’architettura – e nell’ambiente sperimentale e provocatorio delle Avanguardie Radicali, dalle quali ha tratto un approccio provocatorio e riflessivo, capace di mettere in discussione le certezze del progetto.
Ma chi è veramente Franco Raggi? Cosa lo definisce, se il suo lavoro spazia dalla piccola alla grande scala, dalle scenografie per performance e spettacoli teatrali agli allestimenti museali? Nel film, Raggi – io-narrante e al tempo stesso protagonista del film – si racconta in presa diretta, definendosi in base ai suoi “modi di fare”. Un fare che è modalità di costruzione del progetto, ma anche di pensiero e del proprio sé. Fare Franco Raggi è essere Franco Raggi.
Il film è quindi suddiviso in capitoli, organizzati attorno ai “modi di fare”, una serie di procedure fondate sul paradosso, l’ironia, l’accostamento creativo, attraverso cui Raggi esplora in modo giocoso il tema del design e della progettazione. “Fare storie, fare facce, fare troppo, fare furti…”. Nel racconto, “i modi di fare” vengono astratti dal loro contesto originale e trasposti in situazioni di vita quotidiana, filo conduttore per introdurre temi e opere di design che nascono da queste intuizioni: la lampada “Flûte” per FontanaArte (1999), una delle tante collezioni disegnate per l’azienda di illuminazione, la “Nobrocca” per Terreblu (2003), la collezione “Vasovasi” per Danese (2004), il candelabro “Scongiuri” per Cyprus (2014), i progetti per Barovier&Toso, Cappellini, Artemide, Luceplan, Poltronova.
Parallelamente, si sviluppa una narrazione ambientata all’Isola d’Elba, dove Raggi realizza un’opera per la casa radicale dell’amico architetto Gianni Pettena, vicino a quelle di maestri e amici, come Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Ugo Marano, con cui Raggi ha condiviso momenti significativi del proprio percorso professionale.
Il viaggio verso Casa Pettena all’Elba appare allo spettatore come una sorta di “madeleine” del narratore-creatore Raggi, un ricordo affettivo e professionale felice, un ritorno a quei meravigliosi anni Settanta, dove l’utopia era ancora possibile.