La malattia del desiderio

titolo originale:

La malattia del desiderio

cast:

Vincenzo Arena, Francesco Auriemma, Vincenzo Barretta, Salvatore Cacace Luigi D'Onofrio, Luca De Rose, Rossella Garofano, Antonio Garzillo Gaetano Liguori, Carmine Mazzella, Luciana Piccolo

sceneggiatura:

montaggio:

produttore:

paese:

Italia

anno:

2014

durata:

57'

formato:

colore

status:

Pronto (01/09/2014)

premi e festival:

  • SalinaDocFest 2014: Concorso - Premio Signum Documentario Più Votato dal Pubblico, Menzione speciale della Giuria
  • Napoli Film Festival 2014: Premio "Vesuvio Award" Migliore Documentario

Napoli, quartiere Fuorigrotta. Sullo sfondo c’è lo stadio San Paolo e la storica sede della Rai.
Proprio sotto la curva A sorge il Ser.t: servizio per le tossicodipendenze. In questo quartiere, che la domenica si popola di tifosi, c'è un luogo che custodisce le storie e le vite di medici e pazienti. Per più di due anni ho frequentato il Ser.t ascoltando le voci di chi prova a uscire dalla “dipendenza”, definita dai medici “la malattia del desiderio”. Ognuno sembra avere la sua terapia, anche se spesso si rivela soltanto un tentativo.

NOTE DI REGIA:
Stavo lavorando ad un video sul tema delle dipendenze per un esame universitario e la prima volta che sono entrata al Ser.t di Fuorigrotta ho avuto paura. Questa sensazione mi ha accompagnata fino a quando ho deciso che a tutte quelle storie e a quelle persone incontrate bisognava dare voce e dignità.
Ho iniziato così a frequentare il Centro più assiduamente per comprendere dinamiche e relazioni che fino a quel momento erano, per me, totalmente sconosciute. L’incontro con il Dottor Francesco Auriemma, responsabile del Servizio, e con alcuni degli utenti del Ser.t mi ha fatto capire che avrei dovuto cominciare un lavoro più ampio.
La mia intenzione era raccontare il mondo della dipendenza dal punto di vista della cura. Non mi interessava andare a Scampia, nelle piazze di spaccio o nella cosiddetta “casa abbandonata” dove i ragazzi si “fanno”. Ho scelto quel luogo perché il bisogno di eroina, cocaina, alcool o anche il gioco d’azzardo, veniva paragonato a una malattia.
Il Ser.t di Fuorigrotta, inoltre, si trova in un luogo emblemático per la città di Napoli: esattamente sotto la curva A dello stadio San Paolo, in un’ ex sala stampa fatta costruire nel 1990 per i Mondiali di calcio. In occasione delle partite lo spazio antistante il servizio si tinge di azzurro, si riempie di tifosi e cori, mentre durante la settimana più di 300 utenti frequentano il Centro. Di questo quasi nessuno è a conoscenza. Questo mio lavoro è un racconto corale. Il Ser.t, contenitore di storie e di vite, è il vero protagonista. E’ stato un periodo lungo e intenso, di conoscenza e di “ascolto”, in cui tra la fase di ricerca e quella delle riprese sono trascorsi più di tre anni. Non sapevo quando avrei smesso di filmare ma, ne ho preso coscienza solo quando Giuseppe, uno dei protagonisti, è venuto a mancare. Con la sua morte ho sentito di dovere mettere un punto alle riprese e da quel momento ho inizato a costruire il senso del racconto con il materiale che avevo, in maniera autentica e discreta. La mia percezione di quel luogo e della dipendenza è cambiata radicamente.
Ora non ho più paura.