titolo originale:
Germano Sartelli - La forma delle cose, conversazioni
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
produzione:
ABC Arte Bologna Cultura, Icaro like-us e con il sostegno di: Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, Unicredit, Gruppo Hera, Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
paese:
Italia
anno:
2015
durata:
77'
formato:
colore
status:
Pronto (11/10/2016)
Il farsi del lavoro dell'artista Germano Sartelli, nel corso del tempo, dall’immediato dopoguerra ai giorni nostri. Nel descriverne le tappe del percorso creativo, la critica più autorevole ha fatto spesso ricorso a nomi di primo piano dell’arte del ’900: Giacometti, Burri, Dubuffet, Pollock, Michaux. Nel panorama dell’arte italiana del ’900 Germano Sartelli è stato l'Artista “fuori dal coro”. La sua è una formazione “sul campo”, al tempo stesso classica e sperimentale, eppure da “bottega”, legata alla manualità, al contatto e all’interazione degli elementi naturali. Ha agito sempre sulla soglia, attraversando pittura e scultura, in nome di una necessità espressiva e sperimentale mai limitata al rigore formale. Nonostante una vita tenuta volontariamente a distanza dalla confusione della mondanità – affidata alla personale sensibilità, alla capacità intuitiva di reinterpretare e scomporre la materia – è stato indicato più volte quale precursore, artista in anticipo su movimenti e correnti. La macchina da presa guarda la sua opera, si avvicina quanto più possibile – per capire, per sentire - avvalendosi della sua voce, dei suoi racconti, delle sue indicazioni e anche dei suoi silenzi. Si pone in ascolto per scoprire cosa la materia nasconda e cosa possa svelare. Visita il suo territorio e i luoghi del suo agire. Germano Sartelli ha accolto l'indiscreto occhio della macchina da presa con la sua proverbiale gentilezza. Intorno a lui un coro di voci autorevoli, le stesse di chi da sempre lo ha frequentato: Andrea Emiliani, Maurizio Calvesi, Marisa Vescovo, Claudio Spadoni, Dario Trento. Il linguaggio dell’arte è anche voce della concezione del mondo: in Sartelli è l’agire lento, che segue il desiderio di conoscenza. Una regola che appare universale, non vincolabile ai limiti geografici. La scelta di Sartelli di costruire un mondo “a margine” è necessità, in costante contatto con una natura dialogante, capace di offrire l’intera gamma di strumenti del linguaggio espressivo.