Cosa deve essere costruito perché le persone possano riunirsi? E una volta che lo fanno — cosa ne fa, quello spazio, di loro?
Of Measures and Masses affronta queste domande attraverso un’impresa radicalmente realista: smettere di non vedere ciò che, così evidentemente, ancora ci circonda.
Il film si dispiega nell’arco di una singola giornata allegorica che attraversa i continenti, esplorando architetture che non sono né puramente funzionali né semplicemente simboliche — spazi concepiti per evocare, contenere e orchestrare la presenza umana su scala collettiva. Che siano sacri o profani, monumentali o provvisori, questi grandi costrutti spaziali operano come finzioni che regolano le forme dello stare insieme, in un gesto essenziale: l’invito ad assemblarsi.Dalle moschee ai raduni motoristici, dai santuari ai luna park, ogni luogo rivela una propria coreografia di movimento, credo e visibilità. Spazi costruiti per una comunità, ma nati da una negoziazione — tra collettivi emergenti in cerca di riconoscimento simbolico e poteri costituiti che offrono i mezzi per esprimerlo, a patto che quel gesto resti simbolico.
Of Measures and Masses osserva come tali ambienti governino l’apparizione, la sparizione e la circolazione della folla, determinando non solo come le persone si riuniscono, ma che tipo di pubblico diventano nell’atto stesso del riunirsi.
Ciò che ne emerge non è una tipologia, ma una costellazione: spazi immaginati, ereditati o improvvisati — strutture che mettono in scena la presenza, orchestrano ritmi collettivi e, per un istante, danno forma a qualcosa che assomiglia a un pubblico.