Comunismo futuro

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Comunismo futuro

Comunismo futuro

titolo originale:

Comunismo futuro

titolo internazionale:

Future communism

cast:

Franco Berardi Bifo

fotografia:

produzione:

paese:

Italia

anno:

2017

durata:

70'

formato:

colore

status:

Pronto (31/03/2017)

Dove siamo? Siamo entro la spirale decomposizionista, nell’anno 2017.
Le fonti di stimolazione visuale proliferano, congegni di video-registrazione inseriti in ogni ambiente del pianeta. Possiamo vedere tutto quindi non vediamo più niente, possiamo sapere tutto quindi non sappiamo più niente.

E’ l’ignoranza una forza?
Cento anni dopo la rivoluzione sovietica il tempo si presenta come un’accelerazione panica che rende impossibile la riflessione critica, la decisione politica, il governo razionale.
Il caos è la dimensione visuale e psichica entro la quale siamo collocati.
Comunismo futuro è un viaggio vertiginoso attraverso il ventesimo secolo, un viaggio che viene raccontato insieme dal punto di vista della Rivoluzione del 1917, e dal punto di vista della spirale di follia in cui il secolo ventunesimo sembra essersi gettato a capofitto.
In mezzo, a raccontare questa storia, Franco Berardi, un uomo che si è formato negli anni ’60, che ha vissuto il ’68 come studente ribelle e poi ha vissuto il ’77, l’anno in cui il futuro finì e il non futuro di oggi incominciò.
Attingendo ai repertori russi, a quelli dell’Istituto Luce-Cinecittà, della Cineteca di Bologna, dell’archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico e a fonti del mediattivismo contemporaneo, Andrea Gropplero ha montato un chaos-movie, un oggetto visuale dinamico ricombinante. L’immagine del secolo si polverizza attraverso il caleidoscopio artistico e mediatico, e l’opera appare come un montaggio fluido di frammenti visuali ad alto contenuto emozionale. La grafica delle avanguardie russe degli anni ‘20, animazioni cubiste e futuriste si intrecciano e districano a/traverso griglie grafiche proto-punk della seconda metà degli anni ’70.
Un remixage di meme visuali catturati nell’immaginario del secolo, ma anche un’anticipazione di quel che il cinema tende a diventare, per effetto dell’esplosione dell’Infosfera. Il cinema del futuro sarà sempre più cattura e ricombinazione di frammenti in provenienza dal data-scape del ciberspazio. Gropplero, un produttore e regista che ha partecipato recentemente all’occupazione del Teatro Valle, apre uno squarcio di possibilità imprevisto: la parola comunismo ritorna, perché è l’unica via d’uscita possibile, la sola possibilità di ricomporre armonia nel caos dell’epoca trumpista.
Per raccontare la tragedia del secolo passato e soprattutto per gettare spiragli di luce sulla tragedia imminente, Gropplero ha usato un espediente ardito: ha messo in scena un idiota, un personaggio visibilmente disturbato e ossessivo, impersonato da Franco Berardi, noto come Bifo. Una bifografia, è il sottitolo del film.
Compiere un gesto esagerato come quello di raccontare un secolo, comporta un notevole grado di follia e di presunzione. L’unico modo per sfuggire al ridicolo è dunque quello di sospendere il discorso storico-politico in una nebbia di ironica demenza.
Bifo viene qui presentato in vari momenti della sua esistenza terrena: filmati d’epoca lo ritraggono mentre formula profezie pericolose già nel lontano 1977. Poi da vecchio lo vediamo proporre vaneggianti interpretazioni ispirate all’Apocalisse di Giovanni e al Frammento sulle macchine.
Comunismo futuro è la ricerca di una via d’uscita possibile: una via paradossale e ragionevole insieme. E al tempo stesso è un’avventura visiva ad alto potenziale emotivo.

Confar Ibarder (with the collaboration of Julian Mitziger)