titolo originale:
Le marocchinate del '44
regia di:
fotografia:
montaggio:
musica:
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2023
durata:
81'
formato:
colore
status:
Pronto (01/05/2023)
Sono trascorsi più di 75 anni da quella serie di spaventosi eventi che vanno sotto il nome di Marocchinate: una scheggia dell’orrore del colonialismo arrivata in Italia per volontà dell’esercito francese e tutt’ora non riconosciuta come Stupro di Guerra e quindi come crimine contro l’umanità. Il tema è quantomai attuale anche se in nessun conflitto anche più recente e in luoghi anche remoti si è arrivati a cifre come quelle del nostro documentario: 20.000 donne vittime di violenza e un numero imprecisato di uomini e di bambini.
Oggi quella memoria sopita sembra essere stata ritrovata e numerose sono le manifestazioni che tentano di darle vita e voce, sia a livello locale, sia nazionale sia internazionale.
La scelta di realizzare un documentario sulle marocchinate, parte in primo luogo dall’esigenza personale dell’autrice di concludere un lungo percorso di ricerca. Ma ancor di più il progetto nasce da una necessità storica, data l’incompletezza o inesattezza di molti aspetti, dei pochi documentari già esistenti sull’argomento. Infatti il punto di vista è sempre molto maschile, a volte molto militare, e comunque mai interno, da parte di chi quei fatti li conosce per via familiare. Un errore costante che viene fatto è sulle cifre (chi dice 50.000, chi 3.000), o anche di indentificare le marocchinate con “la Ciociara”, in particolare il film, quando Moravia stesso dichiarava che non fosse un romanzo sulle marocchinate. I fatti storici infatti divergono molto dal racconto filmico.
Il documentario quindi racconta dall’interno questa storia, dal punto di vista delle vittime e dal punto di vista dei carnefici (i militari coloniali francesi, sempre omessi nelle precedenti narrazioni).
Emergono così dettagli sulle vittime: come vivevano prima della guerra, come hanno vissuto la violenza, e come è stata la loro vita da marocchinate, se hanno avuto la pensione di guerra, come hanno vissuto i figli di quelle donne violentate, se ci sono stati. Emergono anche gli effetti dello stupro di massa sulla popolazione anche a distanza di oltre 70 anni, a dimostrazione che quella violenza rimane taciuta eppure sempre presente.
Il racconto delle Marocchinate è anche un’occasione di incontro tra generazioni e nazioni, attraverso lo sguardo femminile. È anche il racconto di un incontro e di integrazione attraverso la ricerca storica. È anche un’occasione per parlare di stupro di guerra nel contemporaneo, di una legislazione ancora carente a livello internazionale.