Il Gaza Building, un ex ospedale dell’OLP, è un simbolo della sopravvivenza palestinese nel campo profughi di Sabra (Beirut) a nord del campo di Shatila. Negli undici piani dell’edificio, l’adolescente Arafat passa il tempo a spiare il suo vicino, a distruggere le parti cadenti della struttura e ad addestrare il suo cane. Insieme al suo amico Muhammad pensa a come esplorare i sotterranei proibiti, dove «ci sono solo sesso, droga e morte». Nel frattempo tutti nel palazzo parlano della storia, probabilmente falsa, di un uomo che è caduto dal quarto piano dell’edificio per motivi ignoti.

NOTE DI REGIA:
Questo è un luogo in cui la luce si perde tra le sue mura e nulla riesce a riflettersi all’interno. Come una spugna, le ombre assorbono tutto, concedendo solo brevi e nitidi spiragli di luminosità. Dentro questi spazi sono confinate le vite degli abitanti dell’edificio: un movimento ininterrotto tra isole di luminosità. Al calar della notte tutto è abbandonato a una completa oscurità. A quel punto, le isole di luce diventano ancora più sporadiche, separate, appartate. E le ombre si impadroniscono dell’aria, finché le cinque moschee che circondano l’edificio non ricordano ritmicamente l’arrivo di un nuovo giorno. A Man Fell è nato per caso. Durante il mio quarto viaggio in Libano, volevo scoprire nuovi aspetti di Shatila. E mi sono trovato inaspettatamente di fronte a dinamiche sociali mutate. Molte delle condizioni di sicurezza non erano più garantite per continuare il mio lavoro. Finché non sono entrato nel Gaza Building dove sono stato accolto dai suoi inquilini.