titolo originale:
Constantin di Bessarabia
titolo internazionale:
Constantin of Bessarabia
regia di:
cast:
Constantin Rusu, Zinaida Ghilan, Valeriu Rusu, Corneliu Rusu, Vincenza Passarelli Volpe, Sofia Turcan, Ivan Ciudin, Vera Ciudin, Eudochia Ghilan, Dumitru Buhna
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
Alberto Di Cola
produttore:
Constantin Rusu, Tomas Rigoni, Mircea Surdu
produzione:
paese:
Italia/Moldavia
anno:
2024
durata:
63'
formato:
colore
status:
Pronto (27/07/2024)
Constantin è un regista moldavo, cresciuto a Roma e in procinto di sposarsi con la compagna Vincenza. Decide di recarsi in Moldova dopo una lunga assenza per riscoprire le proprie radici, da cui la famiglia d’origine ha sempre tenuto le distanze. All’arrivo trova un paese che in trent’anni d’indipendenza dall’URSS ha dovuto lottare per difendere la propria autonomia e identità culturale e che ora si trova a fronteggiare il pericolo di espansione della guerra in Ucraina. Constantin si rende conto che il suo percorso da migrante non gli ha permesso di essere parte di quei processi storici e che l’essere nato lì non gli è sufficiente per essere considerato, e considerarsi, moldavo. Il giovane si troverà a un bivio: rimanere in Moldova per comprenderne a fondo la cultura e integrarsi, oppure tornare in Italia, formare una nuova famiglia e accettare la propria natura di nomade.
NOTE DI REGIA:
L’idea di Constantin di Bessarabia nasce da un percorso di ricongiungimento con il mio paese natale e cultura d’origine, da cui la mia famiglia si è sempre tenuta distante. I ricordi d’infanzia iniziano da quando ero già in Italia e sono cresciuto con l’immagine di una Repubblica di Moldova fortemente arretrata, culturalmente e politicamente sottoposta all’egemonia della Russia. Ho iniziato il percorso filmico intervistando mio fratello, poi i miei genitori e ho compreso che il mio punto di vista sul paese d’origine era in realtà il loro. Nati e cresciuti nell’epoca sovietica, laureati e divenuti genitori a cavallo dell’indipendenza dall’URSS e che si sono trovati a vivere in un paese povero, dove la privatizzazione ha favorito disonesti ed esponenti del vecchio regime e ha costretto i giovani a emigrare, separandosi dai propri figli. Tramite la visione di telegiornali locali, letture di libri e trattati su storia e identità della Repubblica di Moldova sono riuscito ad analizzare altri punti di vista e mi sono reso conto che i moldavi, fin dalla prima occupazione zarista, avevano lottato e stanno ancora lottando per la propria autonomia e rivendicazione del proprio essere. Come spiega Charles King nel libro “The Moldovans: Romania, Russia and the Politics of Culture”, in principio l’impero Zarista e poi l’Unione Sovietica hanno sempre deposto enormi sforzi repressivi e mediatici per far dimenticare alla popolazione di questo piccolo lembo di terra la propria appartenenza alla sfera etnica, culturale e linguistica romena. Pochi mesi dopo le prime interviste decisi di partire e di documentare l’intero viaggio, registrare i pensieri, appuntare le sensazioni, filmare i luoghi e gli incontri fatti durante il percorso. L’idea era di oppormi alla visione pessimistica della mia famiglia e fare un film documentario di ricerca che raccontasse la solidità delle radici, da cui nessuno di noi può e dovrebbe mai sfuggire. La realtà è stata però differente e le difficoltà di comprensione e integrazione, unite al gap fra aspettative e realtà, sono divenute il fulcro drammaturgico del documentario. Tramite la ricerca filmica mi sono reso conto che la mia storia personale e la storia della Repubblica di Moldova, nonostante siano indissolubilmente collegate, hanno viaggiato per troppo tempo su binari distanti e difficilmente avvicinabili. Constantin di Bessarabia racconta dunque gli sforzi di un giovane migrante nel trovare la propria identità in equilibrio fra realtà differenti, in un mondo dove globalizzazione, guerre e diseguaglianze favoriscono sempre più il costante movimento di persone e l’assimilazione culturale.