Da più di trent’anni, Marina Rippa guida laboratori teatrali nei quartieri complessi di Napoli, offrendo alle donne uno spazio di espressione e liberazione. Attraverso il teatro, madri, mogli e figlie superano i limiti culturali, fondendo corpo e voce per rivelare la loro forza interiore. In un momento buio per Marina, l’abbraccio delle sue donne dimostra che la sorellanza va oltre il teatro. Il film racconta un viaggio di emancipazione, dove lo spazio scenico diventa luogo sacro e di riscatto.

Note di regia

Nel gennaio 2020 ho conosciuto Marina Rippa e le sue donne e non ho più potuto allontanarmene. Ho incontrato e conosciuto così le loro storie di forza e fragilità, trasformate in arte ed emancipazione grazie alla cura e alla dedizione di Marina nei decenni. La macchina da presa ha seguito con me diversi itinerari, assecondando la contingenza del tempo e della storia che stavo vivendo; dapprima sono stati protagonisti i racconti delle donne e, progressivamente, quelli di Marina, motore del gruppo. Ciò ha consentito alle immagini di viaggiare nel tempo e nello spazio di un universo femminile e di storie urgenti e necessarie che riguardano tutti.