titolo originale:
Storie di un bimbo mucca
titolo internazionale:
Stories of a Cow Boy
regia di:
fotografia:
montaggio:
produzione:
Wendy Film, Websy
paese:
Italia
anno:
2025
durata:
88'
formato:
colore
status:
Pronto (03/11/2025)
Abido è marocchino, vive in Italia da quando aveva cinque anni ed è cresciuto in un ambiente laico.
Abbiamo due figli. Dopo la nascita del nostro primo figlio, si è improvvisamente avvicinato alla
religione islamica. Il risultato? Oggi condivido la mia vita con un uomo che prega cinque volte al
giorno in ogni occasione e in ogni luogo: cene, uscite con gli amici, viaggi; una persona con cui
discuto dell'educazione dei nostri figli, con cui discuto degli stili di vita corretti secondo il suo Dio o
secondo me. Ha trovato la fede. Io, atea e figlia di una cultura laica, forse accecata dalle luci della
ragione, non lo capisco. Qual è l'origine di questo cambiamento? La causa?
Con paternalismo occidentale, vaghe nozioni di psicoanalisi e una tenera proiezione materna, ho
iniziato a cercare la causa nei pensieri e nel passato più intimi di Abido. L'ho cercato esplorando
vecchi video di famiglia e i suoi ricordi d'infanzia che rivelano un trauma passato. Abido ripercorre
la sua storia, che sembra una triste favola. Fu allattato da una mucca al posto della madre e poi
abbandonato in Marocco all'età di tre anni, mentre i suoi genitori partivano per l'Italia, portando con
sé solo il fratello maggiore.
Come regista e compagna, ho cercato un significato nella sua fede ritrovata e in ciò che ci stava
accadendo, in questi ricordi e nelle nostre visioni contrastanti. Sono le nostre parole, le nostre
versioni, il nostro dialogo/conflitto a produrre le immagini del film, cercandole nel Marocco di oggi.
È una lotta impari tra Dio e la donna, o persino tra Dio e il Demonio, apparentemente impossibile
da trovare punti di convergenza. Tuttavia, l'abbandono vissuto da Abido riguarda entrambi: per lui è
un ricordo d'infanzia, per me è un presente costruito da Abido, che mi ha abbandonato per inseguire
il suo Dio. In quel territorio di abbandono, diventiamo simili e forse capaci di ritrovarci.