titolo originale:
Roberto Rossellini
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
musica:
produttore:
produzione:
Rai Cinema, Felix Film, Istituto Luce, Cinecittà Holding, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
paese:
Italia
anno:
2001
durata:
62'
formato:
colore
status:
Pronto (18/05/2001)
premi e festival:
Roberto Rossellini è raccontato ripercorrendo le tappe della sua formazione a Roma nell’ambito familiare rivisitando i luoghi in cui visse o videro luce i suoi film: Roma, la costiera amalfitana, Parigi. Ascoltando le testimonianze dei suoi collaboratori, dei figli, delle donne che furono a lui legate, i giudizi di quanti lo elessero a loro Maestro. in Italia e nel mondo.
Le citazioni dalle sue opere scandiscono il suo percorso artistico.
Dietro il giovane Rossellini c’é una famiglia che non e’ affatto estranea alla vita culturale dei primi decenni del Novecento.
E decisivo sarà per lui, non meno di quanto lo sarà per Visconti , il contatto col gruppo di CINEMA.
Sotto questa luce, la sua sete di cultura, il tempo dedicato alla lettura e allo studio negli anni della maturità, la voracità con cui si avvicina - dopo il distacco dal cinema e il passaggio alla televisione - ai grandi testi e ai grandi personaggi del passato, appaiono come un risarcimento per la dispersione a cui certamente la professione del cinema lo ha obbligato nel corso dei tumultuosi anni della guerra e del dopoguerra.
Nel film viene rovesciato il luogo comune che ancora rischia di sopravvivere circa il rapporto artistico di Rossellini con Ingrid Bergman.
Come testimone della vicenda storica del cinema italiano in quegli anni, Lizzani ricorda l’eccezionalità dell’operazione condotta da Rossellini rispetto a quelli che erano i miti allora dominanti.
Se è vero, il neorealismo aveva avuto i primi grandi riconoscimenti sul piano internazionale, Hollywood esercitava però ancora sui cineasti di tutto il mondo un fascino irresistibile. Per decenni tanti cineasti europei avevano realizzato i loro sogni migrando verso la mecca del cinema.
Alla fine degli anni quaranta Rossellini, veniva poi da tre fallimenti commerciali.“ Paisà “, esaltato dalla critica, non aveva avuto dal pubblico lo stesso successo di “ Roma città aperta “; “ Germania anno zero “ e “ l’Amore “ , lo avevano definitivamente indebolito sul mercato europeo ed erano stati ignorati da quello americano.
Sarebbe stato naturale per qualsiasi cineasta del nostro continente, anche di forte personalita’, cercare l’adozione di Hollywood sfruttando la generosa offerta che gli era venuta dalla Bergman.
Rossellini fa l’operazione inversa.
Innesta quella straordinaria icona hollywoodiana nel suo territorio. Con il rischio di frantumarla, dal punto di vista commerciale e di dissipare definitivamente anche tutto il credito che si era conquistato con lo straordinario successo di mercato di “ Roma città aperta “.
Ed infatti pagherà cara la sua coerenza. A poco a poco sarà emarginato dal mercato.
Ma la sua e’ una grande risposta a quella forte domanda di identità europea, e di identità italiana, che ancora oggi ci assilla e alla quale Rossellini ha dato uno straordinario e profetico contributo. I suoi tre film con la Bergman, grazie soprattutto alla critica francese, sono oggi universalmente riconosciuti come innovatori del linguaggio cinematografico, come contributi fondanti alla creazione di un linguaggio cinematografico, moderno.