titolo originale:
El khoubz el hafi
titolo internazionale:
For bread alone
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
AE Media Corporation, Esse&Bi Cinematografica, Progetto Visivo
paese:
Francia/Italia/Marocco
anno:
2005
durata:
90'
formato:
35mm - colore
uscito il:
12/05/2006
premi e festival:
Mi chiamo Mohamed. Certo, nella mia vita avrei potuto essere un ragazzo come tanti altri. Un monello più o meno uguale a tutti i monelli del mondo, se non fossi nato in quella povera e desolata terra del Rif marocchino.
Quanto a me, ho dovuto subire sia mio padre, uomo alcolizzato e violento che metteva al mondo figli solo per odiarli, che mia madre, costretta a lavorare per far sopravvivere tutta la famiglia, votata com’era alla brutalità del bisogno.
Fin dalla tenera età ho subito la fame, la miseria e la delinquenza che erano il pane quotidiano degli “esclusi” nel Marocco degli anni 50, quella massa di diseredati che la carestia aveva costretto a fuggire le campagne e che si era riversata nelle città.
E con la miseria ho dovuto subire anche l’ignoranza tanto che fino a l’età di vent’anni, non sapevo né leggere né scrivere: troppo oppresso dai banali e quotidiani problemi della sopravvivenza.
Troppo in fretta ho dovuto adattarmi ad una vita di stenti e di sotterfugi frequentando i bassifondi e i luoghi più malfamati della città di Tangeri.
Un giorno, all’interno della prigione dove ero stato rinchiuso nel corso di una retata, notai un detenuto politico intento a scrivere sul muro della cella una poesia.
Quei versi furono per me come una sberla in pieno viso. Ebbi la sensazione di risvegliarmi da una lunga ibernazione. Essi fecero nascere in me la rabbia necessaria per liberarmi da una miseria ancora più grande: quella dell’ignoranza e dell’analfabetismo.
Grazie alla determinazione che alimentava la mia sete di conoscenza mi iscrissi e frequentai una scuola pubblica, riuscendo in fine a diventare maestro di scuola elementare.
Lo stupore per l’alchimia della parola scritta non mi ha più lasciato ed ho continuato a coltivarlo. Credo che questo amore mi abbia salvato la vita.
“Il pane nudo” è il mio primo romanzo. Un racconto autobiografico sulla vita senza pane nella quale ho vissuto.