Acquario

titolo originale:

Acquario

cast:

Marcello Caroselli, Jessica Di Cocco

sceneggiatura:

musica:

Sigur Rós - Mílanó

paese:

Italia

anno:

2013

durata:

10'

formato:

colore

status:

Pronto (19/11/2013)

premi e festival:

  • Cinema Veramente Indipendente 2014
  • Caffè Letterario 2014

Quel luogo assunto come simbolo di una dimensione alternativa a quella convenzionale dell'uomo civilizzato. Il luogo magico per una nuova consapevolezza ed una ritrovata tensione etica e spirituale, per un moto di emancipazione dalla gabbia del sistema sociale della cosiddetta società civilizzata. Il luogo alchemico per un ritrovato ritmo vitale e un nuovo slancio verso un cambiamento di esistenza che reclama il proprio riscatto dall'inganno e dalle illusioni della moderna società civilizzata.
Un uomo e una donna in un luogo imprecisato di natura incontaminata, compiono azioni quotidiane di innocen te bellezza e necessaria semplicità.
I corpi discinti esprimono un'involontaria armonizzazione con il paesaggio che li circonda. Il tempo è quello di una giornata trascorsa dalle prime ore dell'aurora a quelle del crepuscolo. La natura e gli spazi architettonici sono di un luogo di mare. La desolazione del paesaggio e l'armonia dei gesti permettono alla coscienza di prendere voce per diventare consapevolezza, attraverso le parole di un discorso che scorre insieme ai suoni della natura.
Il discorso parlato, se da un lato è come forgiato dal respiro delle composizioni dei quadri scenografici, dall'altro crea una volontaria dissociazione tra parola ed immagine, andando a rimpiazzare un impianto narrativo privo di azione scenica, a vantaggio della contemplazione, con il fine ultimo di introdurre nel film l'elemento della riflessione.
I temi che si susseguono sono i seguenti. Il bisogno di dissociarsi da un sistema produttivo artistico che cura sempre più i propri interessi di mercato, invece di soddisfare la richiesta del pubblico alla ricerca di un'arte di valore etico ed estetico. L'inevitabile bisogno della sopravvivenza quando, evidentemente, il proprio "contributo" non assolve ai meccanismi del sistema di cui sopra. Uno scorrere rarefatto di riflessioni sul valore dell'arte, sulla propria funzione per il suo creatore e per la società. La consapevolezza che il più grande pericolo per la società degli uomini è l'assuefazione ad un meccanismo fondato su prioritarie esigenze di mercato, che a distanza di cinque anni dal collasso economico internazionale, mietono vittime tra il popolo della società civilizzata. Le stesse guerre che quotidianamente affliggono i paesi terzomondisti, pur essendo spesso combattute in nome della democrazia, sono invece incentrate sugli interessi dei signori padroni dello stato "democratico".
Nonostante il male perpetrato sul nostro pianeta da pochi ma avidi e spietati "burattinai", l'unica salvezza è nell'ultima fondamentale considerazione, che chiude il flusso di coscienza con un moto di speranza, elemento indispensabile alla sopravvivenza della dignità umana. Il valore, vero e ritrovato, dell'uomo nella sua libertà intellettuale, etica e spirituale di fronte agli orrori perpetrati da un sistema sociale che tenta di imporci un modello anti-culturale per renderci popolo di sudditanza. Un popolo incapace di intraprendere e difendere qualunque percorso di evoluzione intellettuale e spirituale, perché ormai assuefatto a quel modello culturale degenerato e degenerativo.
Inoltre, quest'opera vuole essere d'auspicio al cambiamento che l'avvento dell'era dell'Acquario dovrebbe instaurare, in particolare in merito alla componente esistenziale che caratterizza l'attitudine dell'uomo contemporaneo rispetto alla propria esistenza e al vivere sociale. L'era dell'Acquario si contraddistingue, infatti, per un profondo cambiamento nella dimensione spirituale ed intellettuale dell'uomo. È necessario che l'essere umano comprenda il bisogno di emanciparsi, abbandonando la frustrazione inconscia che si sviluppa come riflesso incondizionato ad insegnamenti e stereotipi culturali tipici della civiltà moderna, il cui approccio è tuttora fondato sulla monopolizzazione psicologica del senso di colpa. La ricerca della verità deve essere perseguita a partire dalla riscoperta delle libertà culturali e morali, nonché dall'analisi evolutiva dell'antico modello sociale. Questa inedita apertura mentale, esente dai pregiudizi e dagli stereotipi che annichiliscono la moderna società civilizzata, segnerà il fallimento degli schemi sociali e religiosi obsoleti, e definirà il tracollo delle tendenze restrittive per la libertà di scelta.