La discoteca

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La discoteca

La discoteca

titolo originale:

La discoteca

titolo internazionale:

La discoteca (the club)

cast:

Eva Robin's, Pietro Turano, Eugenia del Bue, Anna Amadori, Alex Paniz, Charlie Bianchetti, Kenjii Benjii

montaggio:

scenografia:

Andrea Tessarin

musica:

Thomas Costantin

paese:

Italia

anno:

2021

durata:

25'

formato:

DCP - colore

status:

Pronto (10/09/2021)

premi e festival:

  • Los Angeles - Italia 2022: Italian Panorama
  • San Francisco Independent Film Festival 2022: Short Film
  • Gender Bender International Festival 2021
  • Festival MIX Milano 2021
  • Merced Queer Film Festival 2022
  • San Giovanni Verona Video Festival 2022
  • Video Corto Nettuno 2022
  • Porn Film Festival 2022
  • Espanto Film Festival 2022

In un futuro distopico (2120), un’autorità non meglio identificata esercita il proprio potere proibendo di dare libero sfogo alle emozioni e al ballo. La punizione è essere trasformati in rose recise. Per Ermes, il cui fidanzato è da poco diventato un fiore, e Didi non è un giorno come un altro: sono stati invitati alla discoteca dove uomo e donna si devono incontrare per compiere un rigoroso rituale finalizzato alla riproduzione della specie. Il Babilonia, questo è il nome della discoteca, è abitato da Sylvester, e dai suoi aiutanti queer che illustrano le regole da compiersi. Sulla dancefloor, Ermes e Didi troveranno nei propri gesti e ricordi la possibilità di una diversa e sorprendente trasformazione.

NOTE DI REGIA:
All’interno del mio percorso artistico La discoteca rappresenta un’evoluzione e una sintesi della mia ricerca sui temi inerenti il linguaggio del corpo, la costruzione dell’identità, il ballo, i luoghi comunitari e la performatività del sé. Affrontando per la prima volta il linguaggio del cinema ho trovato una guida in svariati riferimenti cinematografici e ho voluto mischiarli con citazioni della cosiddetta “cultura mainstream”, in quanto entrambi fanno parte del mio immaginario. Mi sono anche lasciato guidare dal simbolismo dei fiori e da visioni oniriche e surreali, con il fine di proporre una narrazione aperta e in costante dialogo con lo spettatore. Ho voluto raccontare la discoteca non come uno spazio sociale, ma come il luogo intimo di un’esperienza che, seppur personale, per potere esistere necessita sempre di una condivisione. Si tratta di un viaggio in un’altra dimensione dove la notte non sostituisce il giorno, ma lo sospende. Nella discoteca si entra infatti per fuggire alla violenza del sole e iniziare un percorso scandito da diverse stanze come se fossero i livelli di un videogioco o i corridoi di un labirinto. Non è importante dove si arriva, ma la trasformazione. Mi piacerebbe che guardando il film lo spettatore perdesse il controllo delle definizioni che lo circondano e iniziasse a danzare anche semplicemente chiudendo gli occhi e immaginando di “ballare con chi vuoi tu come vuoi tu”.