Oro e contanti

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Oro e contanti

Oro e contanti

titolo originale:

Oro e contanti

sceneggiatura:

fotografia:

Edoardo Garofalo

montaggio:

Matteo Bugliarello, Lorenzo Ferrò

produzione:

Notte Americana, AMNC - Associazione Museo Nazionale del Cinema

paese:

Italia

anno:

2025

formato:

colore

status:

Pronto (03/07/2025)

premi e festival:

  • Social World Film Festival 2025: Città del Corto

Mirko, Andrea e Damiano hanno quasi trent'anni e non hanno mai provato le ostriche. Una rapina che sembra impossibile da sbagliare è la chance per riscattare anni di fallimenti, ma quando la situazione si complica, ognuno di loro scoprirà cosa è disposto a fare per guadagnarsi una cena di pesce.

NOTE DI REGIA:
Oro e contanti nasce dall’unione di varie suggestioni raccolte nel corso degli anni: personaggi della mia infanzia, episodi raccontati da amici, storie di cronaca. Il risultato sono tre protagonisti che incarnano la fame di rivalsa delle nuove generazioni, specialmente di classi sociali svantaggiate, ma che si scontrano con un mondo che fomenta questo desiderio senza offrire alcuna prospettiva.
Questa incongruenza dà vita sia ai risvolti drammatici che a quelli comici della storia, alla vena più realistica e a quella più grottesca. I metodi quanto i risultati diventano assurdi e tutto ciò che all’inizio sembra goliardico, finisce per mostrare la violenza intrinseca nell’ossessione del “volere sempre di più”.
La storia è raccontata tramite la lente morale e umana attraverso cui i personaggi vedono la realtà. Il loro sguardo fortemente individualista distorce il mondo in un’arena dove la vita è una lotta tra il sopraffare o farsi sopraffare e ogni persona pensa solo al proprio tornaconto. Una società fatta di vincenti e perdenti in cui i primi non fanno altro che esibire il proprio benessere e i secondi non fanno altro che desiderarlo. Loro hanno sempre fatto parte dei perdenti, ma ora non ne possono più.
Con Oro e contanti ho voluto creare un tono che unisse vari generi e offrisse più prospettive su una realtà sociale ormai nota. La sensazione di realtà dei personaggi è infatti data dalle sfaccettature emotive che attraversano e dall’equilibrio instabile tra l’entusiasmo verso una vita migliore e la frustrazione dell’esserne esclusi.
Mirko, Andrea e Damiano (ma anche Paola) cercano sempre di trovare la soluzione più facile e ne rifiutano sempre la responsabilità, dando la colpa a qualcun altro quando la scelta si rivela problematica.
La prima stesura della sceneggiatura risale a inizio 2022 e, per arrivare alla realizzazione di questo cortometraggio, sono stati fatti vari tentativi. Le riprese vere e proprie sono state effettuate a giugno 2024, dopo una lunga preparazione con una troupe di giovani professionisti emergenti e capi reparto affermati, con cui avevo già collaborato in passato. È stata un’esperienza stupenda e molto formativa, in cui i rapporti creativi e professionali sono cresciuti e ogni singola persona si è sentita coinvolta nel progetto.
La scelta del cast è stata indirizzata sia dalle caratteristiche individuali che dall’intesa con gli altri interpreti, con l’intento di trovare un trio di protagonisti affiatato e ben equilibrato. Abbiamo impostato un preciso lavoro sugli accenti, caratterizzando tre diverse provenienze (Davide Iachini - laziale, Andrea Fuorto - abruzzese, Federico Mainardi - lombardo) per creare personaggi ancora più fuori luogo, ancora più emarginati perché lontani dai loro luoghi di appartenenza. L’apporto degli attori è stato fondamentale anche sul set, dove siamo riusciti ad integrare qualche spunto di improvvisazione alla solida scrittura delle scene. Anche il lavoro con Francesca Colucci è passato per varie fasi di preparazione, tra cui le numerose prove con un affermato consulente stunt, di modo da costruire la scena con la katana garantendo sicurezza e credibilità all’azione.
Oro e Contanti è stato un viaggio di crescita per me, sotto ogni punto di vista. Ho scoperto i limiti e le possibilità di una narrazione che integra vari toni e sono riuscito a dare voce a idee che tenevo in me da anni. La volontà che muove i personaggi, per quanto mal riposta e con metodi discutibili, è la voglia di mostrarsi al mondo e realizzare un sogno impossibile.
In questo bisogno c’è il cuore emotivo del progetto, che mi ha portato a realizzarlo nonostante tutte le avversità; ma credo anche che sia un sentimento umano che porta lo spettatore a empatizzare con i personaggi, non perché condivide le loro scelte, ma perché sa che quando si è disperati non rimane altro che la speranza di un sogno. Loro fanno scelte sbagliate, ma sta a noi come società collettiva ragionare su quali sono le conseguenze di ciò che siamo portati a desiderare.