titolo originale:
Sanguepazzo
titolo internazionale:
Wild Blood
regia di:
cast:
Monica Bellucci, Luca Zingaretti, Alessio Boni, Daniele Ferrari, Maurizio Donadoni, Giovanni Visentin, Luigi Diberti, Paolo Bonanni, Mattia Sbragia, Alessandro Di Natale, Tresy Taddei, Aurora Quattrocchi, Manrico Gammarota, Massimo Sarchielli, Sonia Bergamasco, Luigi Lo Cascio, Marco Paolini, Gledis Cinque, Paola Lavini, Lorenzo Acquaviva
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
produttore:
produzione:
BiBi Film, Paradis Films, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, Rai Fiction, Orly Films (Parigi), in collaborazione Canal+, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia/Francia
anno:
2008
durata:
150'
formato:
35mm - colore
uscito il:
23/05/2008
premi e festival:
L’alba del 30 aprile 1945, cinque giorni dopo la fine della guerra, vennero trovati alla periferia di Milano i cadaveri di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, giustiziati poche ore prima dai partigiani. Coppia celebre nella vita oltre che sullo schermo, Valenti e Ferida erano stati tra i protagonisti di quel cinema dei “telefoni bianchi” che il fascismo aveva incoraggiato. Nei film il loro ruolo era stato quasi sempre quello degli “antagonisti”, dei personaggi negativi. Anche la loro vita privata era dominata dal disordine, entrambi cocainomani, sessualmente promiscui e trasgressivi. Quando il paese si spaccò in due dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Valenti e Ferida risalirono al Nord e aderirono alla Repubblica di Salò. Si stabilirono prima a Venezia, dove girarono fortunosamente qualche film, poi a Milano dove - arruolati in una banda di torturatori - si dettero alla borsa nera. Perlomeno queste erano le voci. Consegnatisi ai partigiani pochi giorni prima della Liberazione, i due negarono ogni addebito. Valenti giustificò i suoi traffici col bisogno continuo di stupefacenti, smitizzò le presunte malefatte attribuendole alla diffamazione e all’invidia. Il Comitato di Liberazione pretese invece una punizione esemplare. Calò così il sipario su due attori dal talento innegabile; Valenti nel ruolo del villain astuto e crudele, Ferida in quello della donna perduta. Chissà che alle dicerie che li rovinarono non abbiano contribuito proprio i film che ne negli anni d’oro ne avevano costruito la leggenda, proprio quei personaggi riprovevoli tante volte incarnati sullo schermo.