titolo originale:
Chisinau - Confini d’Europa #5
titolo internazionale:
Chisinau - Borders of Europe #5
regia di:
cast:
Corso Salani, Raluca Botorogeanu
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2008
durata:
52'
formato:
HD - colore
aspect ratio:
1.66:1
status:
Pronto (21/04/2008)
premi e festival:
Corso Salani viene chiamato come operatore cinematografico per il saggio di esame di Raluca, studentessa di regia alla scuola di cinema rumena. Il tema scelto è la vicina e più povera Moldova, i suoi dintorni e la capitale Chişinău. Insieme andranno alla scoperta di questo stato appartato e sconosciuto, alla ricerca delle radici di Raluca che, come tanti in Romania, ha origini moldave. La posizione geografica della Moldova, racchiusa tra Romania e Ucraina, ne fa una sorta di cuscinetto tra Europa e Russia post-comunista, condizione resa emblematica dalla costituzione della Transnistria, regione separatista non riconosciuta a livello internazionale, che nel 1990 ha proclamato la propria indipendenza con l’aiuto anche militare della Russia. L’influenza politica ed economica dell’ex Unione Sovietica è una realtà schiacciante per la Moldova, come spiegano anche i giovani cronisti dell’emittente radiofonica locale intervistati da Raluca: per aspirare a una posizione sociale è necessario conoscere il cirillico e rinunciare persino alla propria lingua, il rumeno. Molta attenzione viene dedicata ai mezzi di comunicazione, indicatori infallibili di un giovane stato democratico: oltre alla radio nazionale, la piccola troupe visita una ONG indipendente che lavora nell’audiovisivo tentando di fare i conti con la scadente industria cinematografica locale, mentre negli studi della Tv “Promoldova” viene intervistata la presentatrice del Telegiornale. Gli appunti di viaggio fissati da Salani sono brevi incontri, dettagli sorprendenti, parentesi di leggerezza. Rapidi schizzi che compongono il ritratto polifonico di un popolo semplice e schietto, di grande dignità anche nell’affrontare la povertà e la dura piaga dell’emigrazione. Sono la registrazione complice di un’esperienza vissuta intensamente e, come spesso accade nella vita, conclusa con la sensazione che sia sfuggita troppo presto. Quello che resta è, come dice Raluca in un’ultima lettera di saluto, allegria per le cose fatte e conosciute ma anche tristezza per quanto si lascia indietro nel cammino.