titolo originale:
La stoffa dei sogni
titolo internazionale:
The Stuff of Dreams
regia di:
cast:
sceneggiatura:
Gianfranco Cabiddu, Ugo Chiti, tratto dal "L’arte della commedia" di Eduardo De Filippo e la sua traduzione de "La tempesta" di William Shakespeare
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Paco Cinematografica, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, White Pictures, in associazione con Videoprogetti, con il supporto della Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission
vendite estere:
paese:
Italia/Francia
anno:
2015
durata:
101'
formato:
colore
uscito il:
01/12/2016
premi e festival:
La stoffa dei sogni racconta le vicissitudini di una modesta “compagnia di teatranti” che naufragano insieme a dei pericolosi camorristi sulle coste di un’isola in mezzo al mediterraneo. Non in un’isola qualunque, ma all’Asinara, un’isola-carcere in mezzo al mediterraneo. E’ il primissimo dopoguerra e per il Direttore dell’isola-carcere è impossibile distinguere i pericolosi camorristi dai teatranti. Il Direttore cova un forte odio verso il teatro perché è stato abbandonato dalla moglie attrice, e si è auto-esiliato con la figlia appena adolescente a dirigere l’isola-carcere. Il Direttore trova così l’occasione per la sua vendetta: costringere tutti i naufraghi a mettere in scena una commedia, che gli svelerà la differenza tra il vero e il falso, tra chi è attore e chi no, e riuscirà così a smascherare i camorristi/naufraghi che si confondono con gli scalcinati attori nella speranza di sfuggire alla prigione. Da queste premesse si sviluppa una commedia piena di colpi di scena, che “deriva” direttamente da La Tempesta di W. Shakespeare e dall’Arte della Commedia di Eduardo De Filippo, ambientata nello splendido scenario incontaminato dell’isola dell’Asinara. Il centro di tutto è il Teatro, il teatro universale del mondo. Attraverso le picaresche vicende della compagnia dei comici, improvvisamente cresciuta di numero per l’ingresso “abusivo” dei feroci camorristi, dalle prove nel carcere alla messa in scena della Tempesta di Shakespeare, dall’amore tra l’inquieta figlia del Direttore con il figlio del boss, alla figura dolorosa di Calibano, unico abitante superstite di un’isola “occupata” dal carcere, si dipana, per assonanze, il tema profondo dello specchiarsi dell’arte nella vita reale, della necessità dell’arte nella vita dell’uomo; e viene alla luce la linea narrativa più profonda che tratta il tema universale della colpa, della vendetta, del riscatto e del perdono.
NOTE DI REGIA:
“Il mio intento è di trarre un film da La tempesta nella concezione teatrale della traduzione in napoletano di Eduardo De Filippo, usando come “punto di partenza” la sua Arte della Commedia: l’esigenza del teatro in una qualsiasi società, il rapporto realtà/finzione, la diversità, l'incomprensione, la vendetta e la grazia.
Tutto questo a me, sardo e isolano, che ho avuto la fortuna di incontrare e lavorare per Eduardo, sembra più vicino: perfettamente consapevole che questo progetto di film mi renderà la vita difficile, il che - direbbe Eduardo - è uno degli scopi dell'esistenza.”