titolo originale:
La nave dolce
titolo internazionale:
The Human Cargo
regia di:
cast:
Eva Karafili, Agron Sula, Halim Milaqi, Kledi Kadiu, Robert Budina, Eduart Cota, Alia Ervis, Ali Margjeka, Giuseppe Belviso, Nicola Montano, Domenico Stea, Fortunata Dell’Orzo, Luca Turi, Raffaele Nigro, Maria Brescia, Luigi Roca, Vito Leccese
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
produttore:
produzione:
Indigo Film, Rai Cinema, Ska-Ndal Production, in collaborazione con Telenorba, con il sostegno di Apulia Film Commission
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia/Albania
anno:
2012
durata:
90'
formato:
DCP - colore
uscito il:
08/11/2012
premi e festival:
L’8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di
Bari. La nave si chiama Vlora.
A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio
indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri.
Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere
la terraferma a nuoto, molti urlano in coro “Italia, Italia” facendo il segno di
vittoria con le dita.
La Vlora è un vecchio e malandato mercantile costruito all’inizio degli anni
Sessanta a Genova.
Il 7 agosto 1991 la nave, di ritorno da Cuba, arriva al porto di Durazzo, nella stiva
diecimila tonnellate di zucchero.
Sono in corso le operazioni di scarico quando una folla enorme di migliaia di
persone assale improvvisamente il mercantile, costringendo il capitano Halim
Malaqi a fare rotta verso l’Italia.
È una marea incontenibile di uomini, ragazzi, donne, bambini.
C’è Eva che sale arrampicandosi lungo le cime d’ormeggio insieme al marito.
C’è Kledi, un ragazzino che si trova in spiaggia con gli amici quando decide di
seguire incuriosito la folla che va verso il porto. C’è il piccolo Ali con la sua
famiglia, c’è Robert, giovane regista con i suoi compagni di studi.
Qualcuno, una volta a bordo, incontra un fratello, un amico.
Il motore centrale è in avaria, non c’è cibo, né acqua. Solo zucchero.
Il sole di agosto arroventa il pontile. Poi scende la notte, il capitano governa la
nave senza poter utilizzare il radar, evita anche una collisione.
Il mattino dopo, ad attendere la Vlora c’è una città incredula e stordita e uno
stadio di calcio vuoto, dove, dopo lunghissime operazioni di sgombero del porto,
gli albanesi vengono rinchiusi prima del rimpatrio.
Sono passati ventuno anni da quel giorno.
La maggior parte di coloro che salirono sulla nave, carica di zucchero, vennero
rispediti in Albania ma gli sbarchi continuarono e qualcuno tentò ancora la
traversata.
Oggi vivono in Italia quattro milioni e mezzo di stranieri.