Smetto quando voglio (opera prima)

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Smetto quando voglio

Smetto quando voglio

Smetto quando voglio

titolo originale:

Smetto quando voglio

titolo internazionale:

I can quit whenever I want

fotografia:

montaggio:

produzione:

Fandango, Ascent Film, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno della Regione Lazio

vendite estere:

paese:

Italia

anno:

2013

durata:

105'

formato:

colore

uscito il:

06/02/2014

premi e festival:

Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all'università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato?
L'idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa. Il successo è immediato e deflagrante, arrivano finalmente i soldi, il potere, le donne e il successo. Il problema sarà gestirli...

NOTE DI REGIA:
Tutto comincia con un articolo di giornale.
La prima fonte di ispirazione è stato un trafiletto su un quotidiano che titolava “Quei Netturbini con la laurea da 110 e lode”. In pratica si parlava di due ragazzi laureati in filosofia con tanto di master che lavoravano per l'AMA, la società che si occupa della pulizia delle strade a Roma. Due Netturbini che all'alba, mentre spazzano il marciapiede, discutono della Critica della Ragion Pura è stata la prima, e per molto tempo l'unica, immagine del film.
Era la primavera del 2010, mi era stato appena chiesto di scrivere un lungometraggio e in testa avevo solo due Netturbini filosofi.
In realtà quell'immagine era una sintesi di quello che stava accadendo in quei giorni. Le prime pagine dei giornali erano piene di articoli sui tagli alla ricerca e sulle conseguenti manifestazioni di ragazzi che per una vita avevano sempre e solo studiato e che ora si ritrovavano, quasi quarantenni, senza un lavoro e senza una prospettiva. Nessuno sembrava accorgersi del paradosso che le persone più intelligenti del paese venivano messe ai margini. E se si ribellassero? E se a delinquere adesso fossero le menti più brillanti in circolazione? E se si coalizzassero?
Smetto Quando Voglio è una commedia acida, parodistica e ultra citazionista, in cui il dramma sociale viene ripreso solo ed esclusivamente come espediente comico. Siamo partiti dalla realtà come si faceva nella commedia all'italiana e ci siamo lasciati contaminare dal cinema americano contemporaneo, mettendo nel film tutto quello che ci piace. Quello che Tarantino fa con i film italiani noi abbiamo provato a farlo con i prodotti americani.
Ne è venuta fuori una sorta di Soliti Ignoti al tempo di Ocean's Eleven, The Big Bang Theory e Breaking Bad.
Una banda di geniali nerd che usano la neurobiologia, il latino classico, l'antropologia e la macroeconomia per infilarsi in uno strano buco legislativo tutto italiano, quello delle smart drugs: un fenomeno interessantissimo e molto poco conosciuto.
Quasi nessuno sa che in Italia una droga, per essere definita tale, deve essere censita nell'elenco ufficiale delle molecole illegali del Ministero della Salute. Se una molecola non è in quella tabella allora non è considerata illegale. Solo nel 2012 in Italia sono state scoperte oltre 240 nuove sostanze. Le forze dell'ordine non possono fare altro che aggiornare in continuazione l'elenco. La gente crea, la legge arranca.
La fotografia è di Vladan Radovic e le scene sono di Alessandro Vannucci. Insieme abbiamo cercato di creare un mondo prendendo come esempio alcune serie televisive inglesi, ricche di doppie dominanti. Insomma fare un film nell'era di Instagram vuol dire potersi prendere delle licenze stilistiche impensabili fino a qualche anno fa.
Per il resto non bisogna dimenticare che siamo di fronte ad un film che ha come obbiettivo primo l'intrattenimento. I miei sforzi sono stati tutti finalizzati a far divertire e far trascorrere al pubblico 90 minuti di evasione.
Il resto è decisamente secondario.