titolo originale:
Il seminarista
titolo internazionale:
The Seminarian
regia di:
cast:
GianLuigi Tosto, Francesco Tasselli, Giorgio De Giorgi, Gianfelice D’Accolti, Filippo Massellucci, Andrea Pelagalli, Marco Nanni, Andrea Anastasio, Andrea Cerofolini, Gianmarco Dolfi, Stefania D’Amore, Michela Parzanese, Giulia Anastasio, Emanuele Biagi, Luigi Bacci
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
Luciana Tacconi
costumi:
produttore:
produzione:
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2013
durata:
105'
formato:
colore
uscito il:
05/06/2014
premi e festival:
Italia, 1959. Guido, un bambino di dieci anni, varca il cancello di un Seminario, affascinato dal sogno di diventare sacerdote. Ben presto prende consapevolezza che essere un bravo seminarista significa piegarsi ad una educazione innaturale, ispirata a un modello ascetico di disprezzo del corpo, all’ossessione del peccato, alla repressione sessuofobica degli istinti e dei sentimenti. Guido si scontra con un inflessibile sistema gerarchico, che obbliga ad osservare rigidamente i regolamenti, obbedire ciecamente ai superiori e a non pensare con la propria testa, così come accade in ogni realtà in cui le esigenze del singolo individuo si scontrano con l’autoconservazione dell’istituzione. La pratica religiosa di tipo devozionale privilegia la ripetizione ossessiva di riti e preghiere, l’indottrinamento catechistico, mettendo in secondo piano la solidarietà verso i più deboli, che Guido considera invece il più importante dei comandamenti. Il protagonista condivide dai 10 ai 18 anni tutti i momenti, divertenti ma anche drammatici, della vita in comune con i suoi amici, finché una serie di imprevedibili vicende lo porterà a confrontarsi con una realtà molto diversa da quella immaginata, scoprendo come si arrivi anche a nascondere alcuni comportamenti immorali, pur di salvare il buon nome dell’istituzione.
NOTE DI REGIA
IL SEMINARISTA è un racconto di formazione di bambini e adolescenti in un Seminario minore cattolico, pochissimo conosciuto e mai rappresentato al cinema, né in Italia né all’estero.
La scelta del bianco e nero rimanda al mondo del seminario (la chiesa, i corridoi, lo studio del padre spirituale, le stesse monture e tonache dei seminaristi) ed è funzionale alla rappresentazione di una realtà in cui si contrappongono continuamente ed ossessivamente le tenebre dell’inferno e la luce del paradiso, il corpo e l’anima, il peccato e la grazia, la terra e il cielo.