titolo originale:
Italy in a Day - Un giorno da italiani
regia di:
montaggio:
produttore:
produzione:
Indiana Production, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, Scott Free, in associazione con BNL Gruppo BNP Paribas
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia/UK
anno:
2014
durata:
75'
formato:
colore
status:
Pronto (26/07/2014)
premi e festival:
ITALY IN A DAY è l'edizione italiana, curata da Gabriele Salvatores, di un progetto di Ridley Scott: abbiamo chiesto agli italiani di inviarci dei video realizzati con qualsiasi mezzo (telecamere, smart phones, fotocamere...) da girare durante le 24 ore del 26 ottobre 2013. Desideri, sogni, paure, riflessioni, qualsiasi cosa considerata importante che accadeva quel giorno o anche, semplicemente, quello che si vedeva dalla finestra di casa.
ITALY IN A DAY è 44.197 video ricevuti, oltre 2200 ore di immagini, 632 video
montati, una squadra di 40 selezionatori coordinati dai montatori Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti.
ITALY IN A DAY è un diario emotivo, un censimento delle emozioni e dei pensieri degli italiani, una confessione laica, la voglia di condividere i propri sentimenti attraverso le immagini, un collettivo psicodramma italiano, di volta in volta tenero, arrabbiato, divertente o disperato. Ma anche una coinvolgente riflessione, sincera e senza filtri intellettuali, sul senso stesso di questo nostro viaggio comune sul pianeta Terra, in questi anni.
Nell'epoca della comunicazione digitale, della condivisione istantanea, dello strapotere delle immagini, ITALY IN A DAY é il primo esperimento italiano di film collettivo, dove il materiale narrativo (le immagini e i pensieri) vengono forniti da chiunque ne ha voglia e l'organizzazione del racconto è affidata a chi (montatori, musicisti, regista) lo fa per mestiere. Non un Social Network, ma un "Social Movie" realizzato con passione, rispetto e senso di responsabilità, senza rinunciare al necessario sguardo e al personale punto di vista sulla realtà.
NOTE DI REGIA:
ITALIA 2.0. Non credo nella democrazia diretta. Non credo neanche che il pubblico abbia sempre ragione. E non penso che basti avere una chitarra per essere un musicista. Per questo ho trovato molto emozionante, istruttivo e interessante questo esperimento, realizzabile solo oggi con i media di cui disponiamo. Sono stato quello a cui migliaia di persone affidavano il loro "message in a bottle". Ci voleva rispetto, attenzione. Ma anche la coscienza del proprio ruolo. Raccontare la tua storia, anche se con le parole degli altri. Oggi, sommersi da qualsiasi tipo di immagine, non è forse il montaggio quindi il racconto, la vera anima di un film?