titolo originale:
Hungry Hearts
regia di:
cast:
Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, David Aaron Baker, Dennis Rees, Victoria Cartagena, Ginger Kearns
sceneggiatura:
Saverio Costanzo, dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso
fotografia:
scenografia:
Amy Williams
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Wildside, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura
distribuzione:
01 Distribution [Italia], Umbrella [Australia], A-Film Distribution [Belgio], Métropole Films Distribution [Canada], Challan [Corea del Sud], Gulf Film [Emirati Arabi Uniti], Bac Films [Francia], The Klockworx Co. [Giappone], Odeon - Rosebud.21 [Grecia], Edko Films [Hong Kong], Myndform [Islanda], A-Film Distribution [Olanda], Nos Lusomundo Audiovisuais [Portogallo], IFC Films - Sundance Selects [Stati Uniti], Atom Cinema [Taiwan], M3 Film [Turchia]
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2014
durata:
113'
formato:
colore
uscito il:
15/01/2015
premi e festival:
New York, Brooklyn. Mina (Alba Rohrwacher) è italiana, Jude (Adam Driver) newyorkese. Si incontrano accidentalmente e iniziano una profonda e appassionata storia d’amore che li conduce al matrimonio. La loro vita procede molto serenamente fino a quando Mina rimane incinta e incontra una guida spirituale che le dice che porta in grembo un bambino “indaco”. Mina sviluppa nei confronti del bambino un’attenzione morbosa: convinta che l’alimentazione ordinaria sia un ostacolo al corretto vivere e terrorizzata dalle contaminazioni, tiene il neonato lontano dalla luce, dai contatti col mondo esterno e lo nutre esclusivamente di specifici cibi e a specifici orari. Jude si accorge che il bambino cresce male e, quando lo porta dal pediatra, gli viene comunicato che è denutrito. Inizia così un braccio di ferro tra i due genitori che porterà a sviluppi drammatici.
NOTE DI REGIA:
Avevo letto il libro un anno e mezzo prima di scrivere Hungry Hearts. Mi aveva colpito ma allo stesso tempo respinto, forse perché la storia, da qualche parte, mi riguardava. Il tempo è passato e un giorno ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura seguendo solo quello che ricordavo, senza rileggere. La storia di Franzoso mi ha accompagnato in questo modo nella ricerca di quello che poi si è trasformato in un racconto molto personale.