titolo originale:
Indebito
titolo internazionale:
Undue Debt
regia di:
cast:
Vinicio Capossela, Theodora Athanasiou, Bufos Puppet Theatre (Anneta Stefanopoulou, Agni Papadeli-Rossetou), Giorgis Christofilakis, Keti Dali, Pantelis Hatzikiriakos, Dimitris Kontogiannis, Vasilis Korakakis, Stefanos Magoulas, Dimitris Mistakidis, Manolis Pappos, Nikos Strouthopoulos, Timoleon Tzanis, Evgenios Voulgaris, Panagiotis Xanthopoulos
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
produttore:
produzione:
Jolefilm, Rai Cinema, La Cupa
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2013
durata:
87'
formato:
colore
status:
Pronto (18/07/2013)
premi e festival:
La crisi di oggi prima che economica è identitaria.
È separazione, disorientamento.
Le culture europee sono state svendute all'omologazione del consumo e alla corsa alla ricchezza.
Ci hanno fatto credere che la liberazione dalla povertà materiale dovesse coincidere con la fuga da se stessi.
Vivere oggi di nuovo la povertà senza se stessi è una vertigine insostenibile.
Il nostro documentario è un tempo dedicato ad ascoltare l'assenza di noi stessi. È la consapevolezza di
vivere in-debito di aria, di senso, di prospettiva.
Per farlo abbiamo vagato come flaneur, come viandanti nel luogo simbolo della crisi, la Grecia indebitata:
seguendo le parole, i pensieri e la musica dei rebetes, i cantanti del rebetiko, il blues ellenico.
Il rebetiko è musica nata dalla disperazione di un'antica crisi (la fuga da Smirne) ed è una delle musiche che
hanno costruito l'identità moderna della Grecia, trasportando con sé il dolore dell'esilio e la ribellione alle
violenze della storia. È una musica contro il potere, non autorizzata, indebita.
I rebetes sono portatori di questa identità, di cui oggi celebrano un funerale pieno di sconfitta, disperata
ribellione e silenziosa speranza.
I loro concerti e le loro parole riempiono le taverne notturne di Atene e Salonicco, sfiorano le scritte sui
muri, ascoltano il mare dei porti e incontrano il cammino di Vinicio Capossela, musicista e viandante che
intreccia le sue note con i pensieri del suo diario di viaggio, il tefteri.
Così la Grecia diventa l'Europa, la sua crisi la nostra e il rebetiko il canto vivo di un'indebita e disperata
speranza.