titolo originale:
Bolgia totale
titolo internazionale:
Total Bedlam
regia di:
cast:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Mescalito Film, Oh!Pen, in associazione con Red Post Production
paese:
Italia
anno:
2014
durata:
97'
formato:
colore
uscito il:
03/09/2015
premi e festival:
Roma: il vecchio ispettore Quinto Cruciani, alcolizzato e consumatore
abituale di droghe, si fa scappare il giovane spacciatore psicopatico Michele Loi,
appena arrestato, e si ritrova a un passo dal licenziamento.
Il suo superiore, l’ispettore capo Bonanza, gli dà tre giorni di tempo per
ritrovare il fuggitivo, poi sarà costretto a denunciare l’accaduto.
E mentre Quinto si trova ad affrontare difficoltà economiche, malanni e
problemi personali, Loi, cercato sia dalla polizia che dal suo ex socio in affari,
tenta di organizzare una fuga a Portorico, dove un suo vecchio amico ha aperto
un ristorante e gli ha proposto di entrare in società, e di riallacciare i rapporti con Zoe, una spogliarellista albanese muta.
Ma le cose, per chi vive in un mondo come il loro, non sono destinate a
finire bene.
NOTE DI REGIA:
Ho sempre avuto una passione viscerale per il noir, per la “crime fiction”,
che “non è un genere. È un colore, uno stato d’animo, una sensazione. Il noir più
che indicare un genere specifico designa un tono generale, una serie di motivi, un
insieme di sottogeneri”.
E mi hanno sempre affascinato le storie di personaggi marginali, di
perdenti, sconfitti, di persone che hanno “fallito” secondo gli standard della
società. Mi hanno sempre molto colpito e interessato i barlumi di umanità spesso
paradossale che sono a volte nascosti in questo tipo di personaggi.
Da queste due passioni è nato “Bolgia totale”.
È la storia di due uomini che sostanzialmente cercano di sopravvivere.
Questo era uno degli aspetti che più mi interessavano: raccontare una storia di
ordinaria sopravvivenza. Il poliziotto e il criminale, in questa storia, non agiscono
per etica professionale, né per soldi o per motivi passionali: combattono contro le
avversità della vita, e cercano solo di tirare avanti, di sfangare la giornata, di
arrivare alla mattina successiva.
È una storia volutamente semplice ed essenziale, quasi archetipica (nella
speranza che, proprio per questo, sia universale e universalmente comprensibile),
con toni che vanno dal tragicomico al picaresco al malinconico, e l’intenzione,
mentre scrivevo il film e poi lo giravo, era quella di rielaborare in modo personale
tutto un immaginario filmico e letterario, quello appunto della “crime fiction”.
Con una punta di genuina disperazione che spero resti impressa allo spettatore.
Si trattava, nelle mie intenzioni, di prendere due tipici cliché narrativi del
genere (ovvero: la guardia e il ladro, lo sceriffo e il fuorilegge, il buono e il cattivo)
e di rielaborarli in modo personale – trasfigurandoli nella realtà italiana di oggi,
rendendoli credibili agli occhi di un potenziale pubblico di oggi. Ne sono usciti due personaggi profondamente complessi da mettere in scena, e proprio per questo
affascinanti, che sono diventati il vero motore narrativo ed emotivo della storia.