titolo originale:
Ho fatto una barca di soldi
titolo internazionale:
I made a whole load of money
regia di:
fotografia:
montaggio:
musica:
Federico Nardelli, Flavio De Cinti
produzione:
Zerozerocento, Rai Cinema, Fanfara, con il contributo della Regione Lazio
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2013
durata:
63'
formato:
DCP - colore
status:
Pronto (14/10/2013)
premi e festival:
Un viaggio lungo un giorno, ventiquattro ore con l’artista Fausto Delle Chiaie,
ironico dissacratore, pioniere della Street Art e fondatore del Manifesto
Infrazionista.
Un uomo dallo sguardo acceso, barba folta e che, alla soglia dei suoi settanta
anni, ha un unica missione davanti a sé: far conoscere l’arte contemporanea a
tutti quelli che mai metteranno piede in un museo.
Dopo un lungo peregrinare all’estero, Fausto, si stabilisce a Roma, un carrello
della spesa è il suo Atelier e Piazza Augusto Imperatore il suo spazio
espositivo. Qui, da oltre quarant’anni affina la sua arte più raffinata:
massaggiare il muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva.
Un viaggio che mescola l’uomo all’artista e l’artista all’uomo.
NOTE DI REGIA:
“Ho fatto una barca di soldi” è il titolo di un opera di Fausto Delle Chiaie, una
barchetta costruita con la stagnola piuttosto che con della plastilina, e riempita al
suo interno con monete da pochi centesimi. Le prime volte che mi fermai a parlare
con Fausto, avevo la sensazione che il tempo si fermasse e il mondo esterno
scomparisse all’istante; mentre lui con lo sguardo si preoccupava di capire se avessi
dato il giusto peso al titolo e alla sua opera, controllava che non gli rubassero la
scatola delle offerte. Esporre per strada significa esporsi anche a certi rischi mi
diceva sorridendo; e quello che mi ha colpito di più da subito, mentre la gente ci
passava accanto divorata da difficoltà, crisi economiche e sociali, è stata la sua
serenità, il suo sentirsi appagato solo grazie all’esprimere quotidianamente le sue
esigenze creative.
Fausto non lo aspetta nessuno, lui non aspetta nessuno, non ha regole e non ha
leggi da rispettare. Eppure ha sempre scelto lui di stare all’esterno, e quello che io
continuavo a non capire era il senso di tutto questo viaggio quotidiano. Si perché
Fausto abita ad un’ora e mezza di treno dalla capitale, ed ogni mattina ed ogni sera
affronta le distanze senza paura. La risposta è semplice: ricerca.
Quando gli ho chiesto perché aveva deliberatamente scelto di stare lontano dagli
spazi espositivi convenzionali, mi ha risposto che le sue opere non c’entrano nei
musei, ma non per questioni di spazio, ma per una questione di senso. Folgorato dal
suo sguardo sul mondo, ho deciso così di intraprendere un viaggio che scavasse
nella radice più profonda dell’essere artisti, nel genoma della creatività più pura e
spontanea, dove ovviamente, il rapporto con il pubblico, è indispensabile.
Mosso dalla volontà di abbattere l’archetipo dell’artista pazzo e solitario, avevo la
necessità di capire più a fondo quale fosse il segreto della sua felicità, e se questa
nascondesse codici universalmente validi per chiunque altro.