titolo originale:
Container 158
regia di:
cast:
Sasha Sultanamovic, Miriana Halilovic, Giuseppe Salkanovic, Brenda Salkanovic, Remi Salkanovic
fotografia:
montaggio:
musica:
produzione:
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2013
durata:
63'
formato:
HD - colore
status:
Pronto (21/10/2013)
premi e festival:
Giuseppe si alza ogni mattina e va in giro col furgone a cercare il ferro. Remi è un meccanico senza officina: aspetta che qualcuno gli porti una macchina da aggiustare. Miriana aspetta invece che nascano le sue due gemelle. Brenda vorrebbe un lavoro ma è senza documenti: è nata in Italia, ma non ha la nazionalità. Né ha quella del suo paese di origine, il Montenegro, che l’ha “scancellata”, come dice lei. Sasha, Diego, Marta, Cruis vanno a scuola ogni mattina. Ma non arrivano mai in tempo: il campo dove vivono è a chilometri di distanza, il pulmino fa ritardo e rimane spesso imbottigliato nel traffico. Attraverso le loro storie, “Container 158” racconta la vita quotidiana al “villaggio attrezzato” di via di Salone, un campo in cui l’amministrazione di Roma ha raggruppato più di 1000 cittadini di etnia rom. Fuori dal raccordo anulare, lontano da tutto e da tutti.
NOTE DI REGIA
Quando si pensa al popolo Rom prevalgono due modi di immaginare la loro cultura. Una è quella romantica: nomadi ed anarchici che viaggiano per l’Europa cantando antiche canzoni ed incrociandosi con parenti gitani in Spagna o in villaggi Balcani alla “Kusturica” (sempre ballando e
bevendo). L’altra è quella negativa: ladri, nullafacenti, parassiti, rubabambini, droga-bambini, chiedi-elemosina, violenti, ecc, ecc. La realtà non è né da una parte né dall’altra, i Rom ormai sono in qualche modo incasellati e resi sedentari da decenni. Per quanto riguarda l’idea criminosa dei Rom, in parte è verità, in parte è frutto di pregiudizio: si scopre che la maggior parte delle famiglie sono indirettamente vittime di micro-mafie e che lottano ogni giorno per portare attraverso lavori umili il pane quotidiano a casa. Otto famiglie rom su 10 sono a rischio povertà. Solo un rom su sette ha terminato le scuole di secondo grado. E in Europa le comunità rom si collocano al di sotto di quasi tutti gli indici di sviluppo sui diritti umani. La storia che abbiamo voluto raccontare parte dunque dalle persone comuni e mira a scardinare i pregiudizi e mostrare cosa vuol dire essere realmente Rom oggi, evidenziare le controversie di questa popolazione “indomabile” e riflettere sul meccanismo che da tempo li forza e li porta sempre più lontano da una riconciliazione con gli altri cittadini. I protagonisti raccontano storie che partiranno dalle semplici attività alla base di ogni essere umano e sono esaminate ed approfondite attraverso le varie fasi e stagioni della vita: infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità e anzianità.