titolo originale:
L'uomo che comprò la luna
titolo internazionale:
The man who bought the moon
regia di:
cast:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
La Luna, Indigo Film, Rai Cinema, Ska-Ndal Production, Oficina Burman, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di INCAA, Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Cagliari, Fondazione Sardegna Film Commission
distribuzione:
Indigo Film [Italia], HBO Europe [Bulgaria], TLN Media Group [Canada], Jetsen Huashi [Cina], HBO Europe [Croazia], HBO Europe [Montenegro], HBO Europe [Polonia], HBO Europe [Repubblica Ceca], HBO Europe [Romania], Zillion Film [Serbia], HBO Europe [Slovacchia], HBO Europe [Ungheria], Images in Motion (Airlines) [Tutto il mondo], Inflight Dublin (Airlines) [Tutto il mondo]
vendite estere:
paese:
Italia/Albania/Argentina
anno:
2018
durata:
103'
formato:
colore
uscito il:
04/04/2019
premi e festival:
Una coppia di agenti segreti italiani (Stefano Fresi e Francesco Pannofino) riceve una soffiata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della Luna. Il che, dal punto di vista degli americani, è inaccettabile, visto che i primi a metterci piede, e a piantarci la bandiera nazionale, sono stati loro. I due agenti reclutano dunque un soldato (Jacopo Cullin) che, dietro il falso nome di Kevin Pirelli e un marcato accento milanese, nasconde la propria identità sarda: si chiama infatti Gavino Zoccheddu e la Sardegna ce l'ha dentro anche se non lo sa. Per trasformarlo in un vero sardo viene ingaggiato un formatore culturale sui generis (Benito Urgu). A questo punto non rimane che risolvere il caso: chi ha comprato la Luna? E perché?
Un road movie sardo per una commedia stralunata.
NOTE DI REGIA:
L’Uomo che comprò la Luna, prima di tutto, è una commedia e prima di tutto vuole divertire.
Il suo impianto drammaturgico è modulato sulle strutture archetipiche individuate da Chris Vogler nel suo intramontabile “Viaggio dell’Eroe”. Racconta infatti della crescita interiore di un eroe sui generis e del suo viaggio picaresco verso la scoperta e la riappropriazione di una cultura, di una storia e di un sistema di valori altri.
Lo spunto drammaturgico di fondo nasce da un trafiletto di giornale che raccontava della vendita di lotti sulla Luna da parte di una società americana. A poche centinaia di metri dalla mia casa, sulla costa occidentale sarda, si adagia sul mare una grande distesa di roccia calcarea, bianchissima e piena di crateri, proprio come la Luna. Così ho immaginato che la Luna fosse anche mia. E di tutti i poeti, soprattutto. In un secondo momento, dopo aver scoperto quali sorprese si nascondono tra le pieghe del diritto internazionale in materia di spazio e corpi celesti, ho trovato la chiave di volta dell’intreccio, che ha così assunto, nella sua apparente assurdità, anche un fondamento di tipo legale e politico, oltre che metaforico.
Se dovessi indicare dei modelli di ispirazione artistica, indicherei uno dei capitoli più divertenti della saga a fumetti creata da René Goscinny e Albert Uderzo: “Asterix in Corsica”, del 1973. Perché ho cercato di raccontare la Sardegna guardando alla sagacia, alla leggerezza e all’inventiva con cui la coppia di autori francesi ha saputo raccontare la Corsica.
L’Uomo che comprò la Luna si pone come una commedia d’autore, che vuole divertire e intrattenere, ma che non ha timore di toccare le corde del dramma, né di virare verso le atmosfere liriche e fantastiche che appartengono a pieno titolo alla dimensione della favola.