titolo originale:
La strada spianata
titolo internazionale:
A paved road and a smoothed way
regia di:
cast:
Adrienne-Marie Bini, Barbara Bonafaccia, Ilaria Caloisi, Duccio Camerini, Alessio Manuali, Giuseppe Castelluzzo, Francesca De Cupis, Angelo Desideri, Rita di Lello, Cristiana Gaggioli, Leonardo Gambardella, Lorenzo Garufo, Sam Kamal Kamel Gouda, Silvia Grossi, Fiammetta Iampieri, Marco La Fiandra, Diego Mancini, Fabio Mazzetti, Vincenzo Parisi, Attilio Passerani, Emanuela Petroni, Luigi Rendine, Francesco Rinaldi, Roberta Rinaldi, Pascale Saccone, Giulia Sebastianelli, Yulian Sotmari, Edoardo Spallazzi, Lorena Strano
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
Veronica De Michele, Duccio Camerini, Angelo Bastioni
musica:
Gianluca Cucchiara
produzione:
La Casa dei Racconti, con la collaborazione di Roma Lazio Film Commission
paese:
Italia
anno:
2016
durata:
90'
formato:
colore
premi e festival:
Un aspirante bombarolo, uno zampognaro africano e altri disgraziati senza arte né parte si incontrano sulla strada, mentre si muovono a piedi (forse qualcuno scappa…?) tra la campagna sabina e Roma.
Cronache di un viaggio inutile e avventuroso attraverso la periferia dell'impero… sulle tracce di leggende del luogo, percorrendo la strada che quattro secoli fa avevano seguito le colonne di Bernini, per essere trasportate fino a Roma, a San Pietro.
NOTE DI REGIA:
La strada spianata è una “commedia a piedi”, volutamente concepita fuori mercato, fuori da logiche prestabilite, un film totalmente autonomo, nato dall’urgenza appassionata di chi lo ha scritto, ma divenuto realtà grazie all’ostinazione di tutte le persone – giovani e meno giovani - che hanno partecipato a questo progetto “hidden stream”. Una sfida, realizzarlo è stato un viaggio corale emozionante, esattamente come la storia che racconta.
Il tema è la tremenda e ridicola situazione in cui si trova l’italia, la devastazione spirituale di questo paese, vista attraverso gli occhi di un gruppo di “diversi”: chi per status sociale, chi per età, chi per il pregiudizio degli altri. E visto anche dalla prospettiva della oltraggiata provincia italiana, in questo caso la bellissima Sabina, ridotta sempre più a dormitorio della vicina Roma.
Questi sembrano temi da tragedia. Invece ci abbiamo costruito sopra una commedia. Una commedia per far sorridere, certo, ma che non volevamo a tutti i costi consolatoria, evasiva. Chissà se riusciremo ad aggirare il conformismo imperante in Italia, e a dare voce come vorremmo al nostro piccolo film orgogliosamente “diverso”, decisamente dissonante rispetto al “pensiero unico” su come deve essere fatta una commedia in Italia.