titolo originale:
Il ministro
titolo internazionale:
The Minister
regia di:
cast:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
Fabrizio Collalti
costumi:
produzione:
Golden Production, con il contributo del Ministero della Cultura
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2016
durata:
110'
formato:
colore
uscito il:
05/05/2016
premi e festival:
Franco Lucci (Gianmarco Tognazzi) è un imprenditore sull’orlo della bancarotta. La salvezza della sua società è appesa a un grosso appalto pubblico che potrebbe ottenere grazie all’intervento di un Ministro (Fortunato Cerlino) del quale è diventato amico e che ha invitato a cena. Insieme a Michele (Edoardo Pesce), suo socio e cognato, Franco ha organizzato la serata perfetta: oltre a pagargli una cospicua tangente, i due gli fanno trovare una ragazza disposta ad andare a letto con lui in cambio di una raccomandazione. Il tutto sotto gli occhi di Rita (Alessia Barela), la moglie di Franco, che cerca di assecondare il marito in questo ultimo disperato tentativo di ottenere l’appalto milionario. Ma per colpa della ragazza la serata prende una piega inaspettata.
NOTE DI REGIA:
L’idea di scrivere IL MINISTRO mi è venuta mentre ero fermo al semaforo nel traffico di Roma. Avevo messo
in modalità random la selezione dei brani dal mio cellulare, quando tra oltre mille canzoni è saltata fuori “Il Re
fa rullare i tamburi” di Fabrizio De Andrè, un brano considerato secondario, ma che mi ha sempre affascinato
tantissimo. La canzone del cantautore genovese racconta la frustrazione di un marchese che viene invitato a
corte dal Re per una festa, durante la quale il sovrano si incapriccia della moglie del nobile. E poiché non può
dire di no a Sua Maestà, il marchese si trova costretto a concedergli la moglie.
Da questa suggestione, ho cominciato a riflettere su come, in fondo, i tempi dal Medioevo ad oggi non siano
cambiati più di tanto… Se trecento anni fa l’avidità umana puntava al titolo nobiliare, oggi invece si è disposti a
tutto pur di ottenere un appalto. In Italia poi non è bastato lo scandalo di Mani Pulite dei primi anni Novanta
per “legalizzare” l’intreccio tra imprenditori e politici (a tutti i livelli). La corruzione è la cornice nella quale si
svolge la storia, ma il vero tema del film è l’asservimento dell’essere umano nei confronti del potere.
Ancora oggi la questione morale è un problema irrisolto e di stretta attualità, che riempie le pagine della
cronaca giudiziaria. Da qui il desiderio di scrivere un testo che parlasse di come determinate dinamiche
facciano parte del nostro retaggio culturale, rappresentandole nella quotidianità di una famiglia borghese che
lotta per sopravvivere e per non perdere i privilegi sociali raggiunti con tanta fatica.
Con queste riflessioni nella testa sono tornato a casa di corsa, dove ho cominciato a scrivere senza esitazioni
la sceneggiatura de Il Ministro, fermarmi soltanto per dormire e mangiare. In una settimana avevo la prima e
definitiva stesura del testo, che non ha più subito modifiche e revisioni fino al giorno delle riprese.