vedi anche
titolo originale:
SmoKings
regia di:
fotografia:
montaggio:
Jesper Osmund, Marco Rezoagli
musica:
produttore:
produzione:
Indyca, Ventura Film, Majade film produktions, RSI, with the support of MEDIA development, Piemonte Doc Film Fund, Film Commission Torino Piemonte
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia/Svizzera
anno:
2014
durata:
92'
formato:
colore
status:
Pronto (10/03/2014)
premi e festival:
Il documentario ripercorre la storia dei fratelli Carlo e Giampaolo Messina, proprietari di Yesmoke,
una piccola fabbrica di sigarette con sede a Settimo Torinese (Piemonte), dall’inizio del loro
business online nel 2000 fino a dicembre 2013.
Tutto ebbe inizio con il sito Yesmoke.com, creato dai fratelli Messina per la vendita di sigarette online con
sede a Balerna in Svizzera e gestito da Mosca, dove risiedevano nel 1999. Attraverso tale sito ogni giorno
decine di migliaia di persone acquistavano stecche di Marlboro, Camel e Lucky Strike ad un prezzo
stracciato. Ben presto i due fratelli arrivarono a fatturare 100 mln di dollari l’anno.
Quando ormai erano convinti di aver creato un sistema di business innovativo e legale, Philip Morris fece
loro causa per concorrenza sleale, chiedendo un risarcimento di 550 milioni di dollari. I Messina
inizialmente ignorarono il fatto e continuarono a soddisfare le richieste dei loro clienti, fino a quando, nel
2004, grazie all'appoggio del governo americano, Philip Morris riuscì a fermare il loro business.
Una volta chiuso il sito, i due fratelli decisero di mettersi in proprio con l’obiettivo di “farla pagare” al gigante
del tabacco. Nel 2007 fondarono in Italia Yesmoke, ma il loro modo di fare affari non piacque allo Stato
Italiano e i due si ritrovarono nuovamente contro il sistema. Decisero così di “fare la guerra” anche allo
Stato Italiano, citandolo in giudizio…
Il 27 novembre 2014 i fratelli Messina vengono arrestati con l’accusa di contrabbando di tabacchi lavorati
ed evasione per 90 mln di Euro. L'operazione è stata condotta da Italia, Germania e OLAF (Ufficio per la
Lotta Antifrode della Commissione Europea) su segnalazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli -
Direzione Centrale Antifrode e Controlli. I fratelli Messina sono in attesa del processo.
Quale sarà la verità? Si tratta dell’ennesimo tentativo di ostacolare il loro business o le prove saranno
schiaccianti? Chi vincerà quest’altra battaglia?
In uno stile da gangster movie, il documentario ripercorre le vicende dei fratelli Messina attraverso la loro
quotidianità, il loro sguardo sulle lobby del tabacco, le loro cause e loro modo di fare business avvalendosi
delle testimonianze di numerose voci autorevoli, intervistate in oltre 4 anni di lavorazione, tra le quali: l’ex
Presidente dell’UE Romano Prodi; il portavoce della sezione ATF (il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms
and Explosives) del governo americano Jeff Cohen (Associate chief counsel at ATF); l’economista Fariborz
Ghadar (Founding Director Center for Global Business Studies); l’ex Direttore delle Dogane Svizzere Fritz
Weber e l’avvocato difensore della Yesmoke nel processo in USA 2001-2004 (Yesmoke era all’epoca
denominata Otamedia) Howard J. Shire - studio legale Kenion & Kenion LLP di New York.
NOTE DI REGIA:
documentario.
In realtà, quello che ho voluto raccontare è la vita dei due fratelli, il loro modo di pensare e di porsi di fronte
alle regole. Ho scelto la loro storia perché mi sembrava paradigmatica di un certo modo di fare oggi
business. Un business spesso non curante delle conseguenze e della correttezza, cosa che ritroviamo in
molti altri settori, non solo nel tabacco, e che a ben guardare è stato la causa della stessa crisi bancaria di
cui oggi subiamo le conseguenze. In questo mondo si opera in regime di opportunità più che di legalità.
Per certi versi però i fratelli Messina si pongono proprio in antitesi a questo sistema consolidato. I due
fratelli parrebbero rappresentare un’estremizzazione purista del capitalismo, cioè il voler fare impresa più
che profitto. La forza che li muove è l’avventura, il correre sempre e non fermarsi mai, il profitto non è visto
come un fine, ma come un metro di giudizio in una gara molto più importante: fare qualcosa di grande,
lasciare un segno nella storia, essere ricordati.
Se per soddisfare tale ambizione bisogna vendere sigarette, si vendono sigarette, non c’è una particolare
vocazione per un’attività piuttosto che un’altra. Le regole possono essere ignorate oppure riscritte e il
campo da gioco può variare all’occorrenza.
La partita che hanno scelto di giocare, si gioca su un terreno molto ambiguo, quello del tabacco.
Un mondo fatto di favoritismi, corruzione, evasione fiscale, mancanza di controlli sulla qualità e sugli
ingredienti e che trova spesso governi e multinazionali in perfetta armonia tra loro. La stessa guerra al
tabacco tanto decantata dai governi e dalle commissioni di tutto il mondo non trova molti riscontri nelle
misure reali da questi adottate, ma rimane relegata ad una campagna più mediatica che legislativa. Del
resto i governi difficilmente possono fare a meno delle enormi entrate fiscali che questo settore garantisce
loro.
I fratelli Messina cercano in tutti i modi di denunciare e scardinare il sistema lobbistico delle multinazionali
del tabacco, in realtà parallelamente stanno facendo anche loro un proprio percorso lobbistico, con altri
parametri e altri paradigmi, forse, ma che avrà gli stessi effetti. Noi possiamo valutarli entrambi. Non credo
che ci sia un meglio o un peggio, credo che ci sia un nuovo ed un vecchio, un piccolo ed un grande, un
emergente ed uno affermato. Qui non abbiamo personaggi definibili positivi o negativi tout-court, abbiamo
personaggi che operano nel regime dell’opportunità.
Il mio obbiettivo, affrontando questa vicenda è, in maniera più ampia, porre delle questioni sul mondo del
business odierno e la sua mancanza di scrupoli, il suo essere disposto a tutto per primeggiare e annientare
la concorrenza, sia essa una multinazionale o una piccola fabbrica di Settimo Torinese.