titolo originale:
La poesia spezzata - Zuzanna Ginczanka 1917-1944
titolo internazionale:
Broken Verses - Zuzanna Ginczanka 1917-1944
regia di:
sceneggiatura:
Mary Mirka Milo, Alessandro Amenta
montaggio:
musica:
produzione:
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2014
durata:
54'
formato:
colore
premi e festival:
Talento precoce, stella dei circoli letterari della Varsavia degli anni Trenta, vittima delle atrocità
naziste, Zuzanna Ginczanka è una figura di culto della cultura polacca contemporanea.
Attraverso fonti originali e inedite, il documentario si propone di ripercorrere le tappe della vita della giovane poetessa di origine ebraica inserendole nel più ampio contesto degli avvenimenti storici che hanno
caratterizzato la prima metà del Novecento.
PRIMA PARTE (1917-1935). Si descrive la nascita di Ginczanka in una famiglia di emigrati ebrei, la fuga da Kiev, l’infanzia trascorsa in una piccola cittadina di provincia e l’esordio letterario ad appena 14 anni.
Fanno da cornice gli eventi storici che dalla Rivoluzione Bolscevica portano alla costituzione di uno Stato polacco indipendente. Viene trattata la questione della ridefinizione dei confini, la politica estera di
neutralità assunta dalla Polonia sulla scena internazionale e la nascita del nazionalsocialismo.
SECONDA PARTE (1935-1939). Si racconta del trasferimento a Varsavia di Ginczanka, che diventa presto la regina della bohéme. In questi anni pubblica le sue liriche presso un esclusivo editore della capitale ed
entra nella redazione di una prestigiosa rivista satirica. Stringe rapporti con alcune delle principali figure della cultura polacca del tempo, come Julian Tuwim e Witold Gombrowicz, sebbene agli occhi dei contemporanei
rimanga sempre una “straniera”. A fare da cornice al racconto sono il frizzante clima culturale di quegli anni, che cede presto il passo al dilagante antisemitismo e all’affermarsi del nazionalsocialismo in Europa.
TERZA PARTE (1939-1944). Si apre con la partenza precipitosa di Ginczanka per Leopoli, dove trova rifugio gran parte dell’intellighenzia polacca dell’epoca. Qui viene denunciata alla Gestapo dalla portiera del
palazzo dove abita, ma riesce miracolosamente a fuggire, immortalando in una poesia – caso unico al mondo – il nome della sua aguzzina. Inizia un tormentato periodo di fughe e nascondigli. Alla fine Ginczanka viene
arrestata, torturata e fucilata in una prigione di Cracovia pochi giorni prima della liberazione della Polonia. Ha solo 27 anni. Il quadro storico in cui si sviluppa il tessuto narrativo descrive gli eventi della seconda guerra mondiale toccando i temi dello sterminio degli ebrei in Europa e dei campi di concentramento fino al dicembre del 1944.
Il documentario narra una storia sconosciuta e toccante. L’utilizzo di fonti inedite – fotografie, filmati storici, testimonianze dirette, come quella dell’amica d’infanzia Lusia Stauber – permette di dar vita a un racconto vivido e intenso in un clima di crescente suspense. I contenuti sono arricchiti
dalle interviste ai principali studiosi della poetessa che ne delineano la figura e contestualizzano il complesso scenario storico del tempo.