titolo originale:
Showbiz
regia di:
cast:
Massimo Marino, Riccardo Modesti, Shultz, Stefano Natale
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
produttore:
produzione:
Kimerafilm, Relief, con il contributo del Ministero della Cultura
paese:
Italia
anno:
2015
durata:
75'
formato:
colore
status:
Pronto (30/09/2015)
premi e festival:
Showbiz racconta il lato B della “Grande Bellezza”. I protagonisti sono gli
epigoni di Jep Gambardella, quelli veri, che vivono e hanno vissuto il
passato e il presente delle trasmissioni delle tv locali romane.
Quattro personaggi, quattro storie: Massimo Marino, Riccardo
Modesti, Stefano Natale e Schultz.
Le loro vite si muovono tra le case, le strade, le feste e i locali notturni
della Capitale. La sera ballano, ma di giorno vivono la propria
quotidianità fatta di piccoli abitudini. Sullo sfondo c’è la Roma degli
appartamenti alla Magliana, delle feste eleganti in centro, della
tangenziale Est, dei bar dei vip e di quelli che circondano il Raccordo
anulare. La Roma delle serate di “Miss intimo” e “Miss Tanga” a Fiano
Romano o a Ronciglione, delle feste al Diva Futura, dei karaoke stonati.
I quattro protagonisti, raccontati in un documentario tutto girato in presa
diretta, ricordano quelli della commedia all’italiana. Piccole scintille di un
passato lontano da cui echeggia il rumore degli anni Ottanta e Novanta.
NOTE DI REGIA:
Ho incontrato i personaggi del film uno dopo l'altro, grazie a Valerio
Mastandrea che mi ha presentato Shultz. Con quest’ultimo sono andato a
fare un aperitivo al bar Vanni e lì ho conosciuto anche Riccardo Modesti.
Loro due sono l'uno l’opposto dell’altro, eppure sono amici da trent’anni.
Riccardo è un chiacchierone, ama parlare di se stesso e raccontare le
proprie “gesta” di presentatore ed organizzatore. Shultz, invece, è un
pittore taciturno, ex-microfonista del Maurizio Costanzo Show e di Gerry
Scotti. Ho iniziato a riprenderli poco tempo dopo, in occasione del
compleanno di Riccardo al Gilda. A distanza di qualche giorno, sono stato
a casa di Shultz e poi nello studiolo dove dipinge.
Con il passare dei mesi ho trovato gli altri due personaggi, Massimo
Marino e Stefano Natale. Il primo, incontrato in discoteca seguendo
Modesti, racconta la vita notturna romana per una TV privata e fa il
lavoro che Modesti faceva vent’anni fa, e che vorrebbe ancora fare. Il
secondo, invece, è imprigionato dalla messa in scena del suo
personaggio fatta da Carlo Verdone, suo amico d’infanzia, e dalla sua
vena comica e malinconica allo stesso tempo. Che sono poi i tratti che
accomunano tutti e quattro i personaggi del film...
Rispetto a Pezzi, il documentario che ho firmato nel 2012, ho scelto un
approccio più “oggettivo”. La macchina da presa non partecipa al
racconto, il confine tra chi narra e chi viene narrato non viene mai
valicato. Il mio sguardo, infatti, vuole essere privo di moralismi o giudizi.
L’assenza di una troupe, anche nelle serate in discoteca, mi ha permesso
di vivere la realtà con estrema discrezione, impostando un rapporto
intimo, naturale e confidenziale con i miei personaggi.