titolo originale:
La leggenda di Bob Wind
regia di:
cast:
Lavinia Longhi, Corrado Fortuna, Ivan Franek, Paolo Briguglia, Andrea Bruschi, Victor Carlo Vitale, Cristina Cirilli, Elisabetta De Vito, Valeria Romanelli, Silvia Salvatori, Fabio Balasso, Ciro Scalera, Veronica Baleani, Gianluca Musiu, Nicolò Ausili, Kevin Schiraldi
sceneggiatura:
Dario Baldi, Alberto Nucci Angeli, Elena Casaccia
fotografia:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Guasco, in associazione con Frog & Roll, con il sostegno di Marche Film Commission, Trentino Film Commission
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2016
durata:
103'
formato:
colore
uscito il:
10/11/2016
Anna, una giornalista italo-francese di successo, molla tutto per mettersi sulle tracce di una
storia che potrebbe far luce sul suo passato.
Arrivata in Italia, inizia le sue ricerche su Roberto Cimetta, uomo di teatro folle e creativo, morto
giovanissimo negli anni ’80 dopo aver ispirato una generazione di artisti.
Sarà un filo a portarla dal figlio di Roberto per scoprire un altro pezzo di verità e dare un senso
alla sua storia.
NOTE DI REGIA:
Roberto Cimetta è un personaggio unico, in tanti sensi. La sua storia artistica e personale l’ho
sentita risuonare subito dentro di me, non appena ne sono venuto a conoscenza. Il valore della
sua personalità e del suo lavoro, con i suoi chiaroscuri, mi è apparso ancor più necessario da
esporre in un film. Non ho mai pensato nemmeno per un attimo di fare di questo film la sua
glorificazione, ma ho sempre sentito che l’azione più grande di Roberto fu quella (ed è ancora
oggi) di creare comunità, di essere inconsapevolmente un mezzo di comunicazione per gruppi di
persone che veramente con lui hanno condiviso qualcosa, in maniera picaresca se vogliamo, o più
approfondita in un secondo momento, ma in ogni caso con segno forte, positivo, coraggioso. Il
coraggio di osare, di uscire dagli schemi, di creare davvero, in molte forme. Una creazione che a
volte porta dolore, nell’ambito personale, ma anche uno sguardo diverso della vita, per chi gli è
stato accanto. Troppo spesso l’artista viene solo accostato al cliché del genio e sregolatezza, ed
Anna, sulle tracce di Cimetta, si interroga per ragioni forse personali sul fatto che si possa essere
artisti e uomini di famiglia, capaci di lasciare molto più di un’immagine troppe volte stereotipata.
Sono gli occhi di Anna che lo chiedono e ci aiutano a scoprirlo, e volutamente ho separato
nettamente le due storie per farle poi convergere in un unico momento di spazio tempo. Il film
non giudica, si propone solo di raccontare una storia umana, lasciando allo spettatore ogni
possibile valutazione esteriore ed interiore. Ci tengo a sottolineare l’importanza di tutti i
personaggi all’interno del film, per me è come se fossero tutti Cimetta, nelle più svariate forme,
e quindi densi di significato. In tempi così difficili come i nostri, dove la fantasia, la voglia di
spettacolo, di storie, di umanità sembrano essere spesso messe in secondo piano, se solo uno
degli spettatori di questo film riconoscerà dentro se una rinnovata voglia di provarci, di uscire
fuori, di creare qualcosa di piccolo o la più folle delle imprese, di essere travolto così come lo è
Anna, allora sì, la storia di Roberto sarà servita ancora una volta in più.