Da sempre la squadra femminile del cinema italiano si muove con coraggio e determinazione, ma è nell’ultimo decennio che si è maggiormente allargata, accogliendo di anno in anno nuovi talenti. Le prime ad affacciarsi da questa new wave sono state Susanna Nicchiarelli e Alice Rohrwacher, rispettivamente alla Mostra del cinema di Venezia con Cosmonauta (2009) e alla Quinzaine di Cannes con Corpo celeste (2011), vincendo in seguito premi prestigiosi ai grandi festival internazionali.
Con il passare del tempo altre autrici, tra le quali Elisa Amoruso, Laura Bispuri, Giorgia Cecere, Emma Dante, Maura Delpero, Valeria Golino, Laura Luchetti, Silvia Luzi, Chiara Malta, Michela Occhipinti, Valentina Pedicini, Paola Randi e Adele Tulli hanno diretto film importanti, e con budget sempre più cospicui.
Per valorizzare questa presenza, Istituto Luce-Cinecittà ha deciso di inserire nella sua Cineteca Contemporanea Internazionale il programma “Femminile plurale”, che opera sulla digitalizzazione, memorizzazione, mantenimento e sottotitolaggio (in inglese, francese e spagnolo) delle opere di queste registe. Autrici che hanno esordito negli ultimi anni e iniziato ad affermarsi in festival internazionali, sale e premi, e che entreranno nel programma con i titoli già realizzati ed i loro prossimi film.
Nel recente passato sono state le filmografie complete di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino ad entrare nella Cineteca di Luce-Cinecittà e, nel 2018, le opere di Marco Bellocchio, presentate nello stesso anno a Londra nella prima retrospettiva completa a lui dedicata, inclusi corti e film per la televisione, organizzata da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con il British Film Institute.
Da gennaio 2021, attraverso vari laboratori romani, Istituto Luce-Cinecittà sta operando anche su lavorazioni più complesse, come quelle di alcuni titoli compresi tra il 2010 ed il 2012 che hanno vissuto il passaggio da pellicola a digitale.
Una nuova attenzione alla presenza femminile dietro la macchina da presa, la necessità di rimuovere ostacoli di natura culturale all’accesso alla professione e la promozione di nuove prassi lavorative vocate all’uguaglianza di genere, è una materia su cui la nuova governance di Istituto Luce-Cinecittà è già impegnata in una riflessione profonda e strategica.
Ma di questi film italiani che si avviano a essere protetti da Luce-Cinecittà e presentati al pubblico nella loro forma migliore, si sottolinea qui, oltre alla dimensione pubblica, anche quella poetica.
I lavori di queste registe hanno dato al cinema italiano degli ultimi dieci anni sguardi e parole nuove. Lo hanno reso un po’ più complesso, movimentato, inaspettato. È successo proprio perché sono donne, perché hanno dato spazio sugli schermi alle loro storie, spinte da una inedita urgenza espressiva. E al di là del molto che c’è ancora da fare, e quanto possono crescere ancora le nostre registe, questi film hanno portato al nostro cinema una ricchezza che prima, semplicemente, non c’era. Nell’interesse di quelle donne e quegli uomini che si chiamano “pubblico”.
Il programma Femminile plurale è realizzato dall’Area Promozione Cinema contemporaneo di Istituto Luce Cinecittà.