Glassboy (opera seconda)

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Glassboy

titolo originale:

Glassboy

regia di:

sceneggiatura:

Samuele Rossi, Rolando Colla, Jean Claude Van Rijckeghem, Ebba Sinzinger, Josella Porto, dal romanzo "Il bambino di vetro" di Fabrizio Silei

fotografia:

montaggio:

scenografia:

Stefano Giambanco, Maria Gruber

produzione:

Solaria Film, Peacock Film, WildArt Film, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Eurimages, Regione Toscana, Regione Lazio, Dipartimento Federale dell’Interno DFI, RSI – Radiotelevisione Svizzera, Austrian Film Institute, Toscana Film Commission, Fondazione Calabria Film Commission

paese:

Italia/Svizzera/Austria

anno:

2020

durata:

90'

formato:

colore

uscito il:

01/02/2021

premi e festival:

“GlassBoy” è una storia che parla di libertà, rischio, paura, crescita, comunicazione fra ragazzini e adulti, coraggio. Lo fa attraverso una storia realistica ma attraversata da eco fiabesche. L’undicenne Pino non può uscire di casa, non può stare in mezzo ai suoi coetanei perché la sua salute non glielo permette, correrebbe troppi rischi. Ma è anche evidente che Pino è circondato da adulti che non vogliono che prenda il volo, che hanno paura che soffra perché in realtà hanno paura di soffrire per questo inevitabile distacco.
E anche Pino si è convinto che vivere sia rischioso, che sia preferibile chiudersi nella sua meravigliosa cameretta che simula la vita senza i rischi della vita. Ma il colorato luna park della sua camera non basta più e Pino sfida la sua fragilità, le paure dei genitori e le ossessive convinzioni della dispotica nonna, per salvare da una pericolosa trappola della gang avversaria gli SNERD, il gruppo di 4 stravaganti ragazzini uniti per la pelle che osserva fin da piccolo.
Pino, animato da uno sfrenato desiderio di libertà e da un coraggio senza limiti, inizia così la sua avventura nel mondo, intenzionato a dimostrare a tutti che anche lui può vivere una vita come gli altri ragazzi.
“GlassBoy” ricorda che in fondo tutti i ragazzini si sentono un po’ Pino, cioè fragili, forse non accettati. E lo stesso forse vale anche per i genitori, obbligati a vivere le stesse ansie, speranze e aspettative della famiglia di Pino.