Padrone dove sei (opera seconda)

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Padrone dove sei

Padrone dove sei

Padrone dove sei

titolo originale:

Padrone dove sei

titolo internazionale:

Master Where Are You

cast:

Salvatore Bello, Matteo Gravante, Francesco Cottone, Julie Seagull

paese:

Italia

anno:

2019

durata:

82'

formato:

DCP/HD - colore

aspect ratio:

16:9

premi e festival:

Umido affresco sull’atto e la visione masturbatoria. Padrone dove sei. Non urlata ricerca ma implosione tellurica, constatazione di scomparsa, inutile s.o.s. scagliato tra taccuini cartacei, nature protettive, auto spente e nidi dimenticati. Orfani di padroni ormai distanti, corpi scalfiti scovano tane momentanee per solitari coiti da carne animale, bui approdi in cui morire – e trattenere il respiro sino al prossimo naufragio.

NOTE DI REGIA:
Nel Giardino delle Delizie di Bosch e nelle Mirabili Visioni e Consolazioni della Beata Angela da Foligno, le radici di questo film.
Bosch sancisce l’impossibilità di una storia, di una sola storia comune e oggettiva, a favore dell’osservatore-guardone che crea il suo film con i tasselli a disposizione, i corpi seminati senza gerarchie e distinzioni di generi, spiati come nel finale del Salò-Sade di Pasolini: il coito, essendo smontaggio, non può aver progettazione ma solo svergognata esposizione. Angela da Foligno inviscera nelle ardenti parole i cedimenti della sua santità: la compulsiva reiterazione dell’atto e la bramosìa delle stesse immagini, cartacee o mentali, tramutano il pensiero di corpi e parole in forme di carne. Non v’è significato, non v’è concetto, non v’è razionalità, ma un naufragio di pulsazioni in solitari affetti.
Questo film è corpo amputato senza possibilità di riedificazione, è mano che distrugge e si distrugge - come sfinente battito d’ali - sotto un occhio che accarezza le carni attraverso palpebre ansimanti, con sciabolate di profondi bui e gialloaranci liquidi. Strappare la (propria) pelle, succhiare le ossa e masticarne il midollo, ingerirlo e poi vomitarlo sullo schermo, di un vomito spermatico, per farne dono alle anime che si levano dai loro corpi.