L’ultimo anno di vita di Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista cinematografico mese per mese fino alla notte del 2 novembre 1975, Giorno per giorno lo scrittore friulano nell’ambito lavorativo riguardo al film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” interviste di giornalisti esteri sulla sua carriera, sulla scrittura del romanzo “Petrolio” che vede Cefis come responsabile della morte di Mattei, e nell’ambito privato, nella sua casa all’Eur a Roma, i suoi amici Citti e Davoli, le partite a calcio il fotografo Dino Pedriali al quale chiederà di scattagli delle foto particolari a Chia e a Sabaudia e il nuovo amico conosciuto a luglio di quell’anno, il diciassettenne Pino Pelosi. Il furto anomalo di parte dei negativi del film che ha girato e la fase della restituzione che è prevista a Ostia di ritorno dal viaggio a Stoccolma e Parigi. L’ultima intervista rilasciata a Furio Colombo il pomeriggio del 1 novembre e poi l’appuntamento con Pelosi alla Stazione Termini per andare a Ostia Idroscalo per recuperare le bobine del film dietro un piccolo compenso, con l’agguato organizzato e messo a punto da parte di un gruppo di adulti e il successivo arresto di Pelosi, costretto dagli assassini di Pasolini a prendersi tutta la colpa della morte dello scrittore.