Last Summer (opera prima)

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Last Summer

Last Summer

Last Summer

titolo originale:

Last Summer

cast:

Rinko Kikuchi, Yorick van Wageningen, Ken Brady, Lucy Griffiths, Laura Sofia Bach, Daniel Ball

sceneggiatura:

Leonardo Guerra Seràgnoli, Igort, Banana Yoshimoto

montaggio:

scenografia:

musica:

Asaf Sagiv

produzione:

Jean Vigo Italia, Cinemaundici, Essentia, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, in associazione con BNL Gruppo BNP Paribas, con il sostegno di Apulia Film Commission

distribuzione:

paese:

Italia

anno:

2014

durata:

90'

formato:

colore

uscito il:

30/10/2014

premi e festival:

Una giovane donna giapponese ha quattro giorni per dire addio al figlio di sei anni, di cui ha perso la custodia, a bordo dello yacht della facoltosa famiglia occidentale dell’ex-marito. Sola con l’equipaggio, che ha il mandato di sorvegliarla a vista, la donna affronta la sfida di ritrovare un legame col bambino prima di doversene separare per molti anni.

NOTE DI REGIA:
Quattordici anni fa, una donna, seduta sul divano di casa dei miei genitori, non riusciva a trattenere le lacrime. Era venuta a cena da noi insieme a degli amici di mia madre. Era una sconosciuta che piangeva apertamente davanti a degli estranei. Rimasi a guardarla dal bordo della stanza. Provava a raccontare con una voce esile che suo marito le stava portando via i figli. Questo ricordo, rimosso per molti anni, è poi riapparso fino a svilupparsi interiormente e trasformarsi nel soggetto di Last Summer. Con il film volevo indagare la possibilità dell’inizio di un rapporto nella sua fine; raccontare il travaglio di un riavvicinamento. La lotta di potere in cui lo squilibrio di determinate dinamiche sociali rende difficile mantenere intatta la propria identità. Un microcosmo inaccessibile che è luogo di isolamento e coercizione permeato da sentimenti di disorientamento e sconfitta. Una riconciliazione catartica tra il presente e il passato che permette d’imparare a parlare con la propria voce; d’imparare a essere di nuovo madre e figlio, per la prima e ultima volta. Un viaggio in cui quando tutte le difficoltà ingombranti lentamente scompaiono, la mente lascia spazio a sentimenti primari. E nel loro perdurare, la speranza di cambiare il corso degli eventi futuri.

NOTE DI REGIA:
Quattordici anni fa, una donna, seduta sul divano di casa dei miei genitori, non riusciva a trattenere le lacrime. Era venuta a cena insieme a degli amici di mia madre. Era una sconosciuta che piangeva apertamente davanti a degli estranei. Rimasi a guardarla dal bordo della stanza. Raccontava che suo marito le stava portando via i figli. Questo ricordo, rimosso per molti anni, è poi riapparso fino a svilupparsi e trasformarsi nel soggetto di Last Summer. Volevo indagare la possibilità dell’inizio di un rapporto nella sua fine, il travaglio di un riavvicinamento. La lotta di potere, lo squilibrio di dinamiche sociali che rende difficile mantenere intatta l’identità. Un microcosmo inaccessibile che è luogo d’isolamento e coercizione, permeato da sentimenti di disorientamento e sconfitta. Una riconciliazione catartica tra il presente e il passato che permette d’imparare a parlare con la propria voce; a essere di nuovo madre e figlio, per la prima e ultima volta. Un viaggio in cui, quando le difficoltà scompaiono, la mente lascia spazio a sentimenti primari. E nel loro perdurare, la speranza di cambiare il corso degli eventi futuri.