Spark and Light

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Spark and Light

titolo originale:

Spark and Light

regia di:

cast:

Riley Keough, María Ellingsen, Laufey Elíasdóttir, Sjón, Benjamin Smith-Petersen

sceneggiatura:

musica:

Gunnar Örn Tynes, Mr. Silla (from múm)

produzione:

paese:

Italia/USA

anno:

2014

durata:

11'

formato:

DCP - colore

status:

Pronto (13/07/2014)

premi e festival:

Spark and Light è diretto da So Yong Kim ed è il settimo dei Women’s Tales di Miu Miu, l'acclamata serie di cortometraggi di donne che celebrano in modo critico la femminilità del 21° secolo.
“La mamma è stabile, dorme. Guida con prudenza! Baci. Papà.”
Elizabeth ha ricevuto da poco questo sms, ma sua madre non è l’unica a perdersi nel sonno. L’auto della ragazza è in panne. Fuori si gela, intorno non ci sono segni di vita. Elizabeth non può fare altro che aspettare con pazienza. I soccorsi arriveranno presto. Nel frattempo, si scalda le giovani mani sulle bocchette del riscaldamento, sprofonda in uno strano torpore, seguito da un risveglio ancor più surreale. Paesaggi islandesi si fondono con i suoi ricordi. Le paure si trasformano magicamente in tessuti confortevoli e fantastici. Papà, di sopra, da solo.
Quest’ultimo capitolo di Women’s Tales riecheggia i precedenti lavori della cineasta, come per esempio For Ellen, Treeless Mountain e In Between Days, che ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival del 2006. “Sono sempre stata ossessionata dalle dinamiche della famiglia,” commenta la sceneggiatrice e regista americana di origine coreana, “Cerco sempre di accrescere la mia comprensione del tema.”
Nel nuovo film, vediamo questa ricerca assumere la forma di una madre divisa in due: una inconscia in un letto di ospedale; l’altra vibrante di vita e circondata dall’amore. L’intensa interpretazione di Riley Keough nei panni di Elizabeth, abbinata al poetico isolamento dell’Islanda, moltiplica efficacemente la grandezza di questa storia onirica.
Il corto aggiunge nuovo colore intellettuale ed emozionale alla serie Women’s Tales di Miu Miu: quello spazio indistinto tra l’infanzia, l’età adulta e la mortalità.